Mafia, Dia Palermo sequestra catena negozi ‘Bagagli’ a imprenditore prestanome

 

Beni per 8 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo ai 66enni Salvatore Milano e Filippo Giardina, entrambi 66enni. Il provvedimento scaturisce da due distinte proposte del procuratore di Palermo che avevano già portato al sequestro dei loro beni, costituiti da partecipazioni sociali, compendi aziendali, beni immobili e mobili registrati, rapporti bancari. Le indagini della Dia (coordinate dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dal sostituto Dario Scaletta) hanno preso l’avvio, nel 2007, a fronte di un appunto, trovato nel covo dove furono catturati i latitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo, in cui si faceva riferimento alla catena di negozi “Bagagli”, presente anche a Catania in corso Italia. Lo stesso riscontro e’ emerso in un altro contesto investigativo, nel corso di un’intercettazione, in cui gli interlocutori discutevano di interessi di Milano nella stessa catena di negozi. Gli accertamenti eseguiti, rafforzati dalle convergenti dichiarazioni rese, tra gli altri, da collaboratori di giustizia (Manuel Pasta, Marcello Trapani, Andrea Bonaccorso, Antonino Nuccio, Fabio Manno), hanno consentito di ricostruire la biografia criminale e la parabola economica sia di Milano sia di Giardina, facendo emergere una rilevante sperequazione fra i redditi dichiarati da loro e dai rispettivi familiari, in relazione agli acquisti ed agli investimenti effettuati, peraltro ritenuti viziati dall’impiego di capitali di provenienza illecita. Infatti, le indagini economico-patrimoniali e l’analisi dei flussi finanziari esaminati dalla Dia hanno evidenziato passaggi di denaro di provenienza sospetta, ingenti entità di versamenti in contanti, dubbie vincite al lotto, ritenute dal Tribunale simulate attraverso un collaudato sistema di cessione di titoli vincenti. I giudici hanno inoltre rilevato non solo una sostanziale coincidenza temporale tra l’epoca dell’intestazione fittizia di quote delle società ad esponenti familiari di Filippo Giardina e l’espansione delle attività compiute sotto l’insegna “Bagagli”, ma anche l’insufficienza di risorse lecite necessarie a fare fronte agli ingenti investimenti. Tra i beni confiscati l’intero capitale sociale e relativo compendio aziendale di 3 società di capitali (attive nel commercio di pelletterie), i beni aziendali di un’impresa individuale, 7 appartamenti, un’autorimessa, 14 terreni, quote di immobili, 4 automobili, 2 moto ed uno yacht, conti correnti, titoli, depositi bancari e varie disponibilità finanziarie. In particolare, sono stati confiscati a Palermo i punti vendita della catena dei negozi di moda “Bagagli” di via Liberta’ (Bagagli srl), di via Messina (Bagagli 1987 srl) e di via XX settembre (Bagagli sas), nonche’ una tabaccheria di via Messina Marine.

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