Gli agrumi siciliani nella terra dei… ‘Mandarini’. Destinazione Cina per le arance rosse dell’Isola, varietà Moro e Tarocco, che in questi giorni, hanno intrapreso la rotta cinese, come testimoniato dal primo certificato del Servizio Fitosanitario dell’assessorato regionale all’Agricoltura. Una prima esportazione di tre container, per un totale di 46 mila chilogrammi di arance rosse siciliane, fa il suo debutto su tavole lontanissime ed esigenti. Per l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera “un risultato ottenuto solo grazie alla messa a punto del nostro protocollo fitosanitario, che vide qui, con noi, un anno fa, gli ispettori cinesi”. “Abbiamo aperto un importante canale – dice il manager della catanese Oranfrizer, che ha riempito container di rosse Moro, le più pigmentate e piu’ ricche di antocianine, e di Tarocco, le piu’ ricche di vitamina C – un canale che potremo sviluppare in grandi quantita’. Ci sono voluti mesi e mesi di controlli da parte delle autorita’ cinesi e italiane prima di ottenere l’autorizzazione all’export in Cina, ma ora siamo partiti e non vogliamo fermarci”.
La sfida prospettata da questo immenso mercato e’ ghiotta e promettente. “L’assessorato – aggiunge l’esponente del governo Musumeci – ha elaborato il Marchio QS (Qualita’ Sicilia) che ha gia’ chiuso quattro disciplinari di prodotto”. Del resto in un Paese che ha fatto registrare l’ennesimo record storico per l’agroalimentare, raggiungendo i 42 miliardi di euro di export nel 2018 (piu’ 3% rispetto all’anno precedente), la Sicilia rappresenta un tassello fondamentale. L’ultimo dato di Svimez sull’export del comparto agro-alimentare e’ 1,1 miliardi di euro di valore di merci vendute all’estero; 30 i marchi Dop e Igp riconosciuti (su un totale di 108 nel Mezzogiorno); 11 mila aziende biologiche su un totale di 220 mila aziende agricole. La Sicilia, ad esempio, ha la maggiore superficie vitata in Italia, 100 mila ettari, e ha sostenuto piu’ di tutte l’export vinicolo, eppure ha contribuito al valore delle esportazioni del comparto solo per l’1,7%. Il presidente di Confindustria Siracusa Diego Bivona sottolinea le “potenzialita’ inespresse per l’agro-alimentare e per il turismo in Sicilia: il gap infrastrutturale che non consente la continuita’ territoriale e i troppi vincoli paesaggistici che frenano la crescita”. Per Eliana Zappala’, di Ice Agenzia, Ufficio servizi formativi, le aziende siciliane “possono dare un contributo importante, favorito dalla peculiarita’ dei prodotti tipici del territorio. E’ pero’ importante che le aziende affrontino in maniera corretta e soprattutto consapevole, la sfida del commercio internazionale”. Occorre “fare rete” per Franco Vescera, presidente della Sezione Agroalimentare di Sicindustria, “per valorizzare all’estero le nostre eccellenze: gli accordi con il Giappone e il Canada hanno visto crescere notevolmente le nostre esportazioni in questi Paesi. Continuiamo cosi'”.