I Carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catania hanno sequestrato un’area posta in contrada “Frà Diavolo” di Belpasso dove venivano condotte operazioni non autorizzate di estrazione e lavorazione di materiale basaltico-lavico, in area sottoposta a speciale vincolo paesaggistico e naturalistico del “Parco dell’Etna”.
E’ stato sequestrato l’escavatore munito di martello pneumatico per le operazioni di frantumazione delle rocce nonché il materiale abusivamente lavorato.
Posto in stato di sequestro anche l’impianto di frantumazione collegato all’impianto della società oggetto di ispezione, in quanto risultato privo della prevista alle emissioni in atmosfera.
La titolare dell’azienda, L. S. di 34 anni, del luogo, è stata deferita alla Procura della Repubblica di Catania per attività di estrazione abusiva e altri reati di carattere ambientale.
L’attività ispettiva in località Fra Diavolo del Comune di Belpasso presso la sede della Società “La Cava dell’Etna” ha rilevato la presenza di un operaio che, a mezzo di un escavatore, stava conducendo attività di coltivazione di cava con la frantumazione di massi di roccia basaltico-lavica.
Il controllo della documentazione in possesso della società ha fatto emergere che le autorizzazioni in possesso della stessa erano scadute e non erano state ulteriormente prorogate dal Distretto Minerario di Catania in quanto l’area in questione non è più autorizzabile poiché non compresa nel cosiddetto Piano Cave, trovandosi la stessa all’interno della zona “D del Parco dell’Etna, sottoposta a speciali vincoli paesaggistici.
La prosecuzione dell’ispezione ambientale dell’ azienda ha evidenziato che l’impianto di frantumazione presente era sprovvisto della prevista autorizzazione alle emissioni in atmosfera, in violazione delle speciali norme a tutela dell’ambiente previste dal D. Lgs. 152/2006 .
Per i motivi di cui sopra l’impianto di frantumazione, l’area dove erano in corso le operazioni, l’escavatore utilizzato ed il materiale in lavorazione sono stati posti sotto sequestro.
Il verbale di sequestro operato d’iniziativa e con carattere d’urgenza da parte dei Carabinieri, tenuti chiaramente a bloccare l’azione illecita, è stato trasmesso al Magistrato di Turno della Procura della Repubblica di Catania, per la prevista convalida.
Diverse sono, allo stato, le contestazioni mosse alla titolare della società che è stata deferita per aver condotto delle operazioni di coltivazione di cava abusiva in quanto non autorizzate all’interno di un’area posta all’interno del Parco Naturale dell’Etna, oltre che dell’art. 734 del codice penale per aver condotto le stesse in area sottoposta a speciale tutela di tipo paesaggistico.
Con l’attuale sequestro salgono a sei, nel corso dell’ultimo anno, le aziende presenti nel territorio dei Comuni di Mascali, Milo, Nicolosi e Belpasso sottoposte a mirate ispezioni da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catania, ispezioni che hanno consentito il sequestro complessivo di nove cave abusive, quattro impianti di frantumazione e di produzione di calcestruzzi trovati privi delle necessarie autorizzazioni per le emissioni in atmosfera, nonché di diverse decine di escavatori, pale meccaniche e camion sorpresi ad operare illecitamente sui luoghi.