Sea Watch, all’hotspot di Messina i 32 migranti adulti: i minori in un centro di accoglienza

Sono arrivati all’hotspot di Messina i 32 migranti adulti sbarcati oggi al porto di Catania dalla nave Sea Watch. Qui resteranno in attesa di conoscere le loro destinazioni nei paesi europei che hanno dato la propria disponibilità per accoglierli. I migranti sono arrivati a bordo di un pullman bianco che li ha accolti al porto di Catania. I restanti 15 minori non accompagnati sono stati portati nei centri di accoglienza per minori.
“Ci hanno chiesto dove fossero” ha raccontato il presidente regionale della Croce Rossa Luigi Corsaro ai giornalisti. “Abbiamo mostrato una cartina e detto loro che erano a Catania, con i nostri mediatori. Le loro condizioni fisiche non destano particolare preoccupazione. Sicuramente il problema più importante è quello psicologico di persone che per giorni sono stati a bordo della nave in attesa di sbarcare”.
“Le condizioni di salute dei minori – ha aggiunto dal canto suo la delegate per l’emergenza della Cri di Catania Mara Basile – sono abbastanza buone. Non vi è stata necessità di ospedalizzazione, solamente tanta, tanta stanchezza. Sono abbastanza provati fisicamente. I ragazzi sono estremamente contenti di essere arrivati. Ci hanno ringraziato un’infinità di volte”.
CATANIA E’ STATA UNA SCELTA DEL VIMINALE
E’ stato il Viminale a indicare Catania come luogo di approdo e sbarco invece di Siracusa-Augusta, dove l’imbarcazione della ong tedesca si trovava da cinque giorni in attesa di indicazioni. Perché? Il motivo ufficiale è logistico: ad Augusta non c’è più l’hotspot e questo avrebbe reso complicato le operazioni, nonostante la Prefettura avesse gia’ organizzato il piano per il trasferimento in pullman dei migranti. Eppure nemmeno a Catania c’è l’hotspot. Per anni il porto di Augusta è stato il più utilizzato di Europa per gli sbarchi dei naufraghi soccorsi nel Mediterraneo. Al 31 dicembre 2016 sono arrivati sulle coste siracusane ben 105.698 persone, ha raccontato il 2 maggio 2017 l’ex procuratore capo di Siracusa, Francesco Paolo Giordano (oggi in forza proprio a Catania), durante l’audizione nella commissione Difesa al Senato volta a indagare il fenomeno del controllo italiano dei flussi migratori, delle frontiere marittime e il ruolo delle organizzazioni non governative.

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