Nell’ambito dell’operazione “Norsemen” sono sedici i provvedimenti di fermo eseguiti finora dalla Polizia e che il gip di Catania ha gia’ convalidato: in fuga altre tre, si sospetta all’estero. L’inchiesta e’ stata avviata a settembre, a seguito della denuncia di un nigeriano, ospite del Cara di Mineo, in relazione a piu’ aggressioni e a una rapina subita a opera di connazionali presenti nel centro migranti. Le indagini hanno confermato le dichiarazioni e consentito di documentare l’attivita’ dell’organizzazione criminale transnazionale “Vikings”, detta anche “Norsemen della Nigeria”, parte di un piu’ ampio gruppo radicato in Nigeria e diffuso in diversi stati europei ed extraeuropei, caratterizzato da una struttura organizzativa gerarchica, di organi deputati al coordinamento dei vari gruppi diffusi nel territorio dello stato italiano e al controllo del rispetto delle regole interne. E’ emersa anche suddivisione sul territorio italiano in ‘cellule’, con competenza su specifiche porzioni del territorio. In particolare, gli indagati appartenevano tutti alla cellula denominata “Catacata Mp (Italy Sicily) – De Norsemen Kclub International”, attiva a Catania e provincia, con base operativa nel Cara di Mineo, specializzata in delitti contro la persona, in materia di stupefacenti e contro il patrimonio, imponendo la propria egemonia sul territorio, opponendosi e scontrandosi con gruppi cultisti rivali allo scopo di assumere e conservare il predominio nell’ambito delle comunita’ straniere presenti nel centro di accoglienza. La struttura verticistica e’ venuta fuori chiaramente dalle conversazioni captate nel corso dell’indagine, in particolare durante lo svolgimento di un importante incontro tra gli affiliati a Catania.
IL PROCURATORE ZUCCARO: “CARA INCONTROLLABILE”
In conferenza stampa, il capo della Procura etnea Carmelo Zuccaro si è soffermato sulla pericolosità della struttura di accoglienza: “E’ sotto gli occhi di tutti – ha detto Zuccaro – che un Cara come quello di Mineo, che ospita un numero di persone così rilevante, che non può essere controllato, al quale accedono anche persone non autorizzate e consente di gestire i traffici illeciti, non può che essere un errore enorme che si paga in termini di controllo della legalità. Credo che l’esigenza di chiudere il Cara di Mineo così come funziona adesso, sia avvertita da tutte le forze politiche, e indubbiamente il ministro dell’Interno recepisce quella che è una necessità che tutti noi avvertiamo”.
IL RITUALE REGISTRATO IN DIRETTA: “VOGLIO ESSERE NORSEMAN”
Registrato in diretta, un rituale caratterizzato da canti che inneggiavano all’unita’ della confraternita durante il quale ciascun singolo appartenente esclamava “voglio essere Norseman”. Un culto segreto con una peculiare forma di giuramento che sancisce in modo inequivocabile la fedelta’ dovuta all’organizzazione e che spinge alla ferocia degli appartenenti, in base alla regola del “Baga kills baga”, secondo cui se un Viking fa del male a un altro membro, la reazione puo’ essere l’omicidio. Al vertice del clan William Ihugba, alias “Unoma” o “Oyoma2, cosiddetto “FF” del gruppo dei “Vikings” in Italia, al quale e’ contestato il ruolo di promotore, e ritenuto “capo supremo con potere di nomina dei capi” (detti “executioner” ) dei gruppi territoriali esistenti sul territorio nazionale. Il capo attuale del gruppo operante a Catania e provincia e’ stato individuato in Eiarion Kingrney, detto “Jogodo'” o 2Geghede’”. Tra gli altri indagati Izedonmi Anthony Leonard, detto “Phyno”, punto di collegamento con le altre cellule della confraternita presenti sul territorio nazionale, il quale, trasferitosi in provincia di Bergamo, e’ stato costantemente monitorato sino alla data dell’esecuzione del provvedimento di fermo.