La notizia, rimbalzata qualche settimana fa, è che il Ministero dell’Interno non ha inserito il Comune di Paternò all’interno del finanziamento relativo al cosiddetto Piano di video-sorveglianza che prevedeva uno stanziamento di circa 350 mila euro per l’installazione di telecamere all’interno della città.
Il consigliere Anthony Distefano dichiara: “Prendo atto che il nostro Comune occupa, ahimè (sempre nella graduatoria stilata dal Ministero), addirittura la posizione numero 2046 su 2426 istanze complessive giunte a Roma”.
Continua – nella nota inviata al Corriere Etneo – Mi limito a considerare che le esigenze della nostra città vanno indiscutibilmente verso un contrasto della criminalità che passa anche da un controllo del territorio attraverso gli strumenti che la tecnologia ci mette oggi a disposizione.Monitorare, ad esempio, i punti strategici di Paternò – penso agli ingressi della città o anche alla Collina storica ed alle Salinelle in preda a incivili e vandali – è una necessità assoluta. Dalla quale non possiamo più prescindere.
Di recente, lo stesso consigliere in una interrogazione depositata e illustrata in consiglio comunale, ha chiesto di conoscere come l’amministrazione comunale intenda far fronte all’installazione di telecamere, nei punti nevralgici.
continua nella nota, serve una svolta. Non servono panni caldi e nemmeno, anche qui, le stesse retoriche frasi di circostanza.
Ce lo chiede una città che è in forte sofferenza; ce lo chiede chi ancora crede che si possa crescere puntando sul turismo a Paternò; ce lo chiedono i nostri commercianti.
Non possiamo voltarci dall’altra parte: chi governa ha il dovere di intervenire. E di programmare una volta per tutte.