Roma, all’incontro con i Gilet Gialli si rivedono i “Forconi”. Ferro: “Movimento in piazza prima delle Europee”

Mentre a Parigi, ieri, è stato un altro sabato di scontri, a Roma i Gilet Gialli hanno incontrato i populisti italiani ‘fai da te’ in un lungo pomeriggio di discussione sulle ragioni delle proteste che uniscono idealmente l’Italia e la Francia. La locandina recita: “Quando il governo viola i diritti del popolo, l’insurrezione è per il popolo e per ciascuna parte del popolo il più sacro dei diritti è il più indispensabile dei doveri”. I lavori sono stati aperti dal canto dei due inni nazionali e poi hanno lasciato spazio alla testimonianza di Yvan Yonnett e Patricia Saint Georges che hanno raccontato le origini e gli sviluppi di un movimento, ieri al nono sabato di protesta contro il governo di Macron. E’ la stessa Costituzione francese che giustifica, secondo gli organizzatori di questa giornata, l’esistenza dei Gilet gialli.
Durante il pomeriggio si sono alternati gli interventi di Fabio Frati, sindacalista di Alitalia, e Antonio Maria Rinaldi, economista euro scettico vicino al Movimento 5 stelle che ha difeso il governo gialloverde: “Rispetto a come eravamo combinati prima c’è da accendere un cero”. Sul palco anche Mariano Ferro, fondatore del Movimento dei Forconi, considerato in sala come un antesignano dei Gilet gialli. Ferro ha lanciato la proposta di una manifestazione unitaria per la sovranità del popolo italiano da tenersi prima delle prossime elezioni europee perché, ha spiegato, “non se ne può più di Finanziarie scritte da banche, Confindustria e Unione Europea e non dai cittadini”. A sette anni dalle prime manifestazioni con i blocchi stradali in Sicilia, Ferro si toglie “una soddisfazione. Chi ci accusava di essere mafiosi oggi è in galera” ma, avverte, “noi non firmiamo cambiali a questo governo”. Così mentre a Parigi si chiudeva un’altra giornata di proteste e lacrimogeni, da Roma si guarda soprattutto alle prossime europee, perché le forze populiste sono già al governo e in sala sono tutti concordi sul fatto che debbano rimanerci a lungo per cambiare corso.

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