L’eruzione in atto sta diminuendo. La lava, forse, “bussa” alle porte da qualche altra parte del vulcano. Lo scossone delle 3.19 di ieri notte rientra in questo tipo di attività. Lo affermano gli esperti dell’Ingv di Catania che monitorano costantemente la situazione confrontando i dati che emergono in questi giorni. Durante una pausa del vertice convocato nella Prefettura di Catania il Corriere Etneo ha sentito il vulcanologo e sismologo Marco Neri, primo ricercatore dell’Ingv etneo.
D. La forte scossa di ieri notte vi dice che l’Etna si sta ‘muovendo’?
R. La scossa è una risposta fragile di una faglia che muove nella zona basso del versante orientale etneo. E questa faglia si muove a causa dell’intrusione di flusso magmatico nella parte centrale del vulcano.
E’ una risposta dinamica.
D. Di solito l’eruzione corrisponde ad una fase di ‘decompressione’, tranquillizzante proprio per questo. La scossa intensa di ieri, invece, contraddice questa tesi.
R. C’è ancora uno sciame sismico in corso, il magma quindi ha discreta energia. Non sappiamo se la frattura che si è aperta finisce qui o se continua verso il basso.
D. Questo vuol dire che dovremo ancora aspettarci scosse intense?
R. Non si può escludere questo.
D. Dagli elementi a vostra disposizione, sarà una eruzione di lunga durata?
R. Non si può dire. In questo momento la fase eruttiva è in forte decremento. Dobbiamo ancora controllare meglio tutte queste cose, vuol dire che il magma sta spingendo da un’altra parte.