Fair play e attendismo sono durati poco. Dopo essere stato messo alla porta dal sindaco Naso, l’ormai ex assessore Aldo Motta cerca di ‘decrittare’ le ragioni della sua cacciata. Una spiegazione e un chiarimento, da parte del primo cittadino paternese, non ci sono stati. Ma le ragioni del “grande freddo”, a sentire il diretto interessato, sembrano essere le critiche “nero su bianco” che quest’ultimo ha mosso al sindaco Naso sull’imminente “condivisione” del Segretario generale con il Comune di Bronte. E’ il tema centrale del Consiglio comunale di domani.
Un dimezzamento intollerabile per un Comune così grosso come Paternò secondo l’ex assessore che proviene proprio da quei ranghi.
Aldo Motta, prima di andare in pensione, è stato infatti Segretario generale di vari comuni compreso il “suo”: dal 2002 al 2007 ha retto la Segreteria generale del Comune di Paternò con l’amministrazione Failla.
“Dopo che il sindaco Naso – spiega Motta al Corriere Etneo – si è riempito la bocca parlando di amore per la sua città, vende un pezzo pregiato della propria argenteria. In un comune come Paternò dove ci sono 12 dirigenti e oltre 300 impiegati noi risparmiamo diecimila euro per avere un Segretario per due/tre giorni a settimana. E’ assolutamente assurdo. Tutto ciò è il riconoscimento ufficiale di una amministrazione fallita che comincia a vendere i pezzi pregiati. Ora questo ‘galantuomo’ del sindaco Naso che ama tanto la città va avanti nel suo intento”.
Il 30 novembre scorso, prima cioè di essere ‘cacciato’ dal sindaco, Aldo Motta ha scritto una lettera a Naso per spiegare le ragioni della insensatezza di una scelta del genere, cioè un Segretario generale ‘a mezzo servizio’
“In questa lettera – continua Motta – l’ho invitato ad evitare di fare questa fesseria. Sicuramente questo è uno dei motivi che lo ha irritato e indotto a mettermi alla porta. Fatto sta che Naso ha convocato per domani (giovedì) il Consiglio comunale per approvare questa convenzione con il Comune di Bronte. E’ una follia pura, una mortificazione per la città di Paternò, un atto osceno. Le ragioni che Naso ventila sul risparmio sono del tutto illusorie”.
L’ex assessore sembra avere chiare anche le ragioni di questa strategia di ‘impoverimento’ burocratico e gestionale dell’ente adottata dall’amministrazione comunale.
“C’è un appiattimento in basso. Il sindaco Naso preferisce la pochezza intorno a lui perché lui possa regnare e fare queste forzature insensate e violente nei confronti della città. Secondo me c’entra anche il mio allontanamento. Questa del Segretario generale è una mortificazione per la città. E siccome la gente non sa queste cose, ecco perché voglio che Naso si assuma tutte le responsabilità per un atto del genere. Il solo tentativo dovrebbe essere motivo di vergogna per lui. Questo è un atto di una gravità infinita. La maggioranza lo approverà. Sarebbe auspicabile si bloccasse il tutto. Se Naso avesse un po’ di serenità dovrebbe calmarsi ed evitare di convocare un Consiglio urgente per una cosa del genere. Non è l’atto di chi divide tre milioni di baci al giorno e che ama la sua città. Naso sapeva che io avevo capito tutto e per questo era meglio mi allontanasse”.