Con un interrogazione presentata al Ministro dell’Interno, il sen. catanese Mario Michele Giarrusso (M5S) chiede “…l’immediato scioglimento del Comune di Misterbianco per evidenti e conclamate infiltrazioni mafiose”.
Nel provvedimento l’esponente politico riepiloga la vicenda balzata agli onori della cronaca dopo l’arresto del vice sindaco di Misterbianco Carmelo Santapaola
Al Ministro dell’interno – Premesso che: si apprende da notizie di stampa (“cataniatoday” del 21 novembre 2018) che è stato arrestato il signor Carmelo Santapaola, vicesindaco nonché assessore del Comune di Misterbianco (Catania); Santapaola sarebbe parente del ben più noto boss Nitto Santapaola nonché verosimilmente cugino dei fratelli Placenti, tutti appartenenti alla famiglia mafiosa dei Santapaola di Catania; secondo quanto riporta il giornale on line “Live Sicilia” in un articolo del 23 novembre 2018, dagli atti (provvedimenti cautelari, intercettazioni) della Direzione distrettuale antimafia, emergerebbe inequivocabilmente il controllo da parte della cosca mafiosa dei Santapaola dell’amministrazione comunale di Misterbianco: «”Per Misterbianco se la sbriga Di Guardo, per strade, per tutto quello che c’è di Misterbianco, noialtri non ci mettiamo nemmeno piede a Misterbianco e poi quello che è Lineri, Montepalma, Belsito, Poggiolupo, Serra, quella è cosa nostra”.
Una spartizione della città di Misterbianco, fatta dentro una fiat Bravo l’11 maggio del 2012, a parlare è Vincenzo Placenti, ritenuto elemento di spicco del clan Santapaola, insieme a lui c’è il futuro vicesindaco di Misterbianco, Carmelo Santapaola, attuale colonnello del Pd, in quel momento sospeso tra gli interessi della “famiglia” e Angelo Lombardo. Ma pronto a battere i pugni sul tavolo. “Io sono valore aggiungo – dice Santapaola – toglici duemila, mettiglieli ddabbanna e sono quattromila e hai perso! Che mi stai raccontando a me? Gli ho detto, io non sono nelle tue liste, non è che sono con te! Bongiovanni, quelli là, sono arrivati secondi dopo noialtri, allora che (…) vogliono? Gli ho detto m’attocca a me! Lui, un po’ c’è rimasto male”. Lui, è, detto da Placenti, “Di Guardo”. “Perché lui, nelle cose, deve vincere! Perché è testa dura no?”, chiede Santapaola, che aggiunge: “Ormai non si può tornare indietro perché ho firmato”. Santapaola (…) è vicesindaco, sostenuto da una lista che porta il suo nome, “Santapaola”, mai era accaduto nella storia di Catania. Le cimici registrano grasse risate. Placenti, colui, che, secondo la Procura, è il capo dell’organizzazione, chiosa: “(…) ormai è peggio per loro”.
Il gruppo dei Santapaola passa in rassegna i voti. Chi ha tradito “allora nemmeno lo invitiamo! Quelli che sappiamo stretti, Alfio, se arrivano ad invitare qualche famiglia grossa ora il capofamiglia nooo, a tutta la famiglia”, dice Placenti. Insieme organizzano i festeggiamenti e poco dopo Carmelo Santapaola scende dall’auto. (…) Santapaola con la nomina a vicesindaco avrebbe mantenuto la prima promessa col cugino Placenti, che lo ha sostenuto. “Mbare – dice Placenti a Saitta, riferendosi a Santapaola – intanto mi è piaciuto, che già sulu sulu si è preso le cose di cui avevamo già parlato noialtri, opere pubbliche, giardinaggio, con questo, scoppi economicamente, hai capito?”. “Scuole, piazze – aggiunge Placenti – tanto la ditta è dello Zio Giovanni, ci metto mio padre, ti ci metti tu, caso mai ci mettiamo, ci mettiamo allo zio Giovanni pure, questo è un pazzo”. (…) Nelle intercettazioni parlano di Angelo Lombardo, fratello dell’ex presidente della Regione, al quale Santapaola avrebbe fatto la “negativa”, perché Lombardo, attraverso un uomo di fiducia, “quello là che assegna i turni con la tigna nel Comune di Misterbianco è infiltrato” avrebbe fatto licenziare “Riolo”. Carmelo Santapaola si sarebbe dimostrato “fedele”, non cedendo alle successive chiamate di Angelo Lombardo
Placenti dimostra di avere lunghe esperienze col Comune di Misterbianco, parla di Vito Santapaola, detto Tuccio, eletto consigliere nella lista Misterbianco libera con quasi trecento voti, cugino dei Placenti e di Carmelo Santapaola, “mio cugino”, dice Placenti, “ha tirato per le cose di mio padre, per il fatto dello sport, si sono presi l’assessorato allo Sport, l’assessore allo Sport e la compagnia di viaggi dda teatri!”. (…) “La conversazione documenta – scrive la Procura di Catania – l’accordo di spartizione degli appalti comunali raggiunto dai Placenti grazie all’intervento del Santapaola: “Noialtri ora cosa facciamo? Noialtri dobbiamo fare la cooperativa, poi loro ci fanno vincere gli appalti”», si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga indifferibile ed urgente, vista l’assoluta gravità della situazione, per la quale appartenenti alla cosca Santapaola, e per di più parenti del capo mafia Nitto Santapaola, hanno avuto la sfrontatezza di partecipare direttamente e personalmente alle elezioni comunali, sostenendo e determinando la vittoria dell’attuale sindaco, con una lista addirittura denominata “Unione civica per Misterbianco Santapaola”, provvedere all’immediato scioglimento del Comune di Misterbianco per evidenti e conclamate infiltrazioni mafiose.