Un anno e due mesi ciascuno: è la richiesta del sostituto procuratore generale al processo d’appello all’ex governatore della Sicilia Raffaele Lombardo e al suo figlio Toti (ex deputato all’Ars) assolti in primo grado dall’accusa di voto di scambio con la formula il “fatto non sussiste”.
Il processo di secondo grado è nato dopo che la procura generale di Catania ha impugnato la sentenza del giudice dell’udienza preliminare Laura Benanti che aveva giudicato i Lombardo col rito abbreviato. Imputati al processo d’appello, per i quali il pg ha chiesto la condanna a dieci mesi sono a Ernesto Privitera, Giuseppe Giuffrida e Angelo Marino. Prossima udienza il 27 marzo dell’anno prossimo. Per la procura i Lombardo avrebbero promesso posti di lavoro in cambio di voti in favore di Toti, eletto con 9.633 preferenze nella lista del Mpa alle Regionale dell’ottobre del 2012.
L’inchiesta è stata avviata dopo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Il posto di lavoro sarebbe stato promesso a Privitera e Marino in favore dello stesso Marino e di Giuffrida, quest’ultimo in seguito effettivamente assunto. La Squadra mobile di Catania ha eseguito intercettazioni ambientali e telefoniche e ha ascoltato in particolare Privitera.
A lui, secondo l’accusa, Toti Lombardo, al telefono, e Raffaele Lombardo, di persona, avrebbero assicurato due assunzioni in un’impresa privata per la raccolta dei rifiuti di Misterbianco in cambio di voti.