“Questa è una vicenda che assomiglia a un pidocchio che cade dalla criniera di un cavallo in corsa…”. Così Nino Di Guardo, sindaco di Misterbianco, grosso centro alle porte di Catania, descrive la vicenda dell’arresto del suo vicesindaco Carmelo Santapaola, sospeso dalla prefettura dopo l’arresto ai domiciliari per intestazione fittizia di beni nell’ambito dell’inchiesta sugli interessi della mafia nelle scommesse on line. “Quanto accaduto – sottolinea il primo cittadino – riguarda una persona che da venti anni ha fatto politica a Misterbianco e per cinque anni ha fatto il presidente del Consiglio. Nessuno ha mai dubitato della sua onestà e correttezza. L’intestazione dell’attività commerciale a lui o ad altri è un fatto che non riguarda il Comune, è un fatto privato. Il comune sciolto per mafia? Macché! Era il vicesindaco sì, ma la sua azione amministrativa non ha mai inciso minimamente nella vita di questo paese. Sono dispiaciuto – conclude Di Guardo – e mi auguro che Carmelo Santapaola possa dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati”.
I gruppi consiliari del centrodestra Guardiamo Avanti, guidato da Marco Corsaro, e del Movimento 5 stelle di Misterbianco hanno presentato stamane formale richiesta di convocazione di una seduta straordinaria di consiglio comunale dopo le gravi vicende giudiziarie che hanno investito il Comune negli ultimi giorni, con l’arresto del vicesindaco Carmelo Santapaola. “In un momento di grande difficolta’ per la nostra città, messa alla berlina anche a causa delle scomposte e indegne reazioni del sindaco Di Guardo – commenta il capogruppo di Guardiamo Avanti Marco Corsaro – serve lanciare un messaggio di serieta’ e compattezza in vista di un obiettivo vitale per l’intera Misterbianco: mandare a casa un’amministrazione fallita e compromessa”. Nel punto all’ordine del giorno, le determinazioni conseguenti alle dimissioni dell’ex numero due del sindaco Nino Di Guardo, il Pd Carmelo Santapaola, arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia “Revolution bet2”, che ha fatto scattare le manette per 21 persone, accusate a vario titolo di avere favorito gli affari della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano. La richiesta e’ stata sottoscritta dai consiglieri Corsaro, Ceglie, Zanghi’, Di Stefano e Puglisi.