Mafia, 17 arresti per sgominare il clan Laudani a Giarre: al vertice Alessandro Liotta e due donne

giarre

Operazione antimafia tra Catania e Siracusa: arrestate 17 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, avente, quali “reati fine”: estorsione, furto in abitazione, lesioni e riciclaggio dei proventi illeciti mediante intestazioni fittizie di depositi e conti correnti, tutti reati aggravati dalla finalità dell’agevolazione dell’associazione mafiosa. Il provvedimento trae origine da una complessa indagine condotta dalla Compagnia Carabinieri di Giarre dal 2016 al 2017, mediante attività tecniche e dinamiche, ulteriormente riscontrate da dichiarazioni di piu’ collaboratori di giustizia, che consentiva di disarticolare le ‘nuove leve’ e l’attuale reggente del sodalizio mafioso “Laudani – Mussi i ficurinia”, operante nel territorio di Giarre e comuni limitrofi, i cui adepti riportavano, quale simbolo del vincolo di affiliazione ed in ossequio alla famiglia mafiosa catanese di riferimento, un tatuaggio “a forma di labbra”. Oltre ad accertare la disponibilita’ di armi, custodite in luoghi ed evidenziare il controllo del territorio da parte del gruppo, che esercitava sottoponendo i commercianti al pagamento del ‘pizzo’, a assunzioni forzate, pestaggi, incendi di veicoli e furti. Documentato il riciclaggio dei proventi delle attivita’ illecite mediante intestazioni fittizie di depositi e conti correnti. L’indagine era stata avviata dall’attivita’ di contrasto info-investigativa, posta in essere dai Carabinieri di Giarre, alle estorsioni nella maggior parte dei casi non denunciate, a riprova della forza di intimidazione del clan mafioso e del clima di omerta’ imposto.
ALESSANDRO LIOTTA ERA AL VERTICE DEL CLAN A GIARRE
Le indagini hanno avuto una grande spinta dalle dichiarazioni di piu’ collaboratori di giustizia, utili per delineare l’organigramma e le attivita’ dell’organizzazione, al vertice della quale vi e’ Alessandro Liotta, gia’ arrestato nel febbraio 2017 nell’Operazione “Bingo!” poiche’ a capo di una fiorente associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti.
Liotta capo e promotore del Clan Laudani su Giarre, si avvaleva dei suoi affiliati per molteplici attivita’ criminali. Particolarmente sprezzante e spregiudicato risultava essere il metodo adottato per taglieggiare gli esercenti, soprattutto a danno delle attivita’ appena aperte e quindi oggettivamente in maggiore difficolta’, considerati gli investimenti. In alcuni casi i titolari che si rifiutavano o pagavano in ritardo venivano sottoposti a pestaggi o gravi intimidazioni con bottiglie contenenti liquido infiammabile. Alcuni fra i numerosi esercizi obiettivo di estorsioni, tentate o consumate, perpetrate dal gruppo criminale, sono ad oggi chiusi, ad ulteriore conferma del condizionamento ambientale che soffoca le possibilita’ di crescita del territorio. Accanto al capo clan spiccano anche figure femminili, sue corree principali e fedeli affiliate “marchiate” dal tatuaggio mafioso con il “musso”, ossia Valeria Vaccaro e Sharon Contarino , partecipi del riciclaggio dei proventi illeciti e protagoniste di episodi estorsivi. Liotta gestiva la cassa comune, tramite “prestanome”, riversandovi i proventi illeciti dei furti, delle estorsioni e dei cosiddetti “cavalli di ritorno”, effettuati dopo i furti di autovetture. Il boss disponeva furti, curava i contatti con le “famiglie” acesi, catanesi e di Piedimonte Etneo, dirimeva le cosiddette “tarantelle” fra i vari affiliati (debiti, prelievi non autorizzati dalla cassa comune), impartiva disposizioni ai sodali per eludere le investigazioni e capire se le vittime del racket avessero o meno denunciato ai carabinieri, assicurava il sostentamento economico ai detenuti del gruppo e organizzava spedizioni punitive. Fra i furti appurati dalle indagini, emerge quello di ingente materiale idraulico (caldaie e termosifoni) a danno degli appartamenti di edilizia popolare nel condominio denominato “Ghiaccio” di recente rinnovamento, gia’ assegnati ma non ancora occupati, materiale successivamente acquistato da ricettatori del posto.

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Le foto degli arrestati

 

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