Per il consigliere comunale Anthony Distefano, che di mestiere fa il giornalista, la vicenda del diniego alle dirette dei lavori del Consiglio comunale ai quali egli stesso partecipa è legata al “carattere” dell’amministrazione comunale. Diretta o no, spiega, ciò che importa è che i paternesi vengano garantiti. A lui il Corriere Etneo ha rivolto le stesse domande fatte in questi giorni di polemiche legate al “bavaglio allo streaming”.
C’è una ragione per la quale l’amministrazione Naso impedisce la diretta streaming del Consiglio comunale?
Semplicemente, non hanno il senso delle istituzioni. Questa amministrazione agisce come se fosse a casa sua senza dovere rendere conto delle cose che fa e, delle tantissime che non fa, ai cittadini. Ho sentito rivolgere accuse vergognose nei confronti di un’opposizione che chiede da mesi e mesi che si affrontino i problemi della città che rischiano di diventare irreversibili. Quella della diretta è solo una sfaccettatura di una arroganza di chi si crede investito da chissà quale spirito divino. Tornino coi piedi per terra: la città ha già capito l’inconcludenza dei nostri amministratori. A me non importa nemmeno più perché non la vogliono la diretta: a me importa che i paternesi vengano tutelati, cosa che oggi non accade. Alla trasparenza preferiscono il buio: al confronto preferiscono il silenzio. Una situazione inaccettabile. Altro che legalità.
Questo rifiuto alla trasparenza come può essere superato?
In consiglio e fuori continuerò far valere le istanze della città. Per fortuna vi sono associazioni di giovani, vedi #DiventeràBellissimaGiovani, Agire, Muoviti Paternò, ma anche tante altre, che tengono viva una politica che si vuole ridurre a sagra del kebab. Il mio invito va, al contempo, a tutte le testate giornalistiche del territorio: abbiate voglia di approfondire le vicende che riguardano il palazzo comunale. Al potere, la stampa che racconta dà sempre fastidio. E le vicende di queste ore lo testimoniano in modo inequivocabile.