Quattro oche sgozzate e i vetri della macchina rotti. E’ una intimidazione in piena regola quella messa in atto domenica sera contro Michele Sportaro, l’attivista del Forum dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni della provincia di Enna.
Domenica pomeriggio a Centuripe il Forum ha tenuto un’assemblea cittadina, assai partecipata, per fare fronte comune contro l’impianto industriale per il trattamento dei rifiuti della società catanese Oikos della famiglia Proto, progettato su un territorio a vocazione agricola in un’area vincolata idrogeologicamente per l’attraversamento del Simeto, che irriga anche la piana di Catania. In territorio di Centuripe, la mega discarica sorgerebbe ad appena tre chilometri da Catenanuova.
“E’ possibile oggi immaginare – scrivono i componenti dell’associazione Rifiuti Zero – che quanto accaduto a Sportaro sia strettamente legato alla chiara e contraria presa di posizione dello stesso, e dei componenti del Forum per l’Acqua e i Beni comuni, di netto contrasto al progetto di Centuripe presentato dalla società Oikos”.
Il progetto della nuova mega discarica privata di Oikos con una vasca da 2.800.000 tonnellate, la più grande della Sicilia, un impianto per il TMB (trattamento meccanico biologico) che contraddice le direttive EU sulla raccolta differenziata e l’economia circolare prevedendo anche un inceneritore (termovalorizzatore) del CSS (combustibile solido secondario), che comprometterebbe l’aria di un intero comprensorio, e una vasca per 300 metri cubi al giorno di percolato per ammorbarla.
“Un impianto – denuncia il Forum siciliano dei movimento per l’Acqua e i beni comuni – che per far guadagnare i privati metterebbe a rischio la salute dei cittadini, la salubrità delle acque e dell’ambiente uccidendo definitivamente la vocazione agricola e la valorizzazione delle eccellenze del territorio, del paesaggio e dei suoi beni culturali che finirebbero sepolti dall’immondizia”.
“Una mega discarica nel territorio di Centuripe – dichiara Claudio Fava, presidente della Commissione regionale Antimafia – è l’ennesimo sfregio al territorio siciliano, frutto di scelte sbagliate e dell’immobilismo del governo Musumeci. Non saranno i proclami a mezzo intervista a fermare il business dei privati nel settore rifiuti; la Sicilia ha bisogno urgente di atti di governo concreti”.
Anche l’associazione SiciliAntica si dichiara fortemente contraria al progetto: “Già nel 2008 – spiega la presidente Simona Modeo – abbiamo messo in evidenza ricchezze come le tombe a tumulo di contrada Cuba e gli insediamenti preistorici e protostorici di Muglia Bassa e di Monte Pietraperciata, sulle quali la Soprintendenza avrebbe dovuto già da tempo apporre il vincolo, e che invece oggi si vorrebbe trasformare in pattumiera regionale”.