Adrano, l’altra verità su Ferrante “assolto” sui bilanci: “distonie inquadrabili come falsità”

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“Sotto il profilo materiale i bilanci consuntivi del Comune di Adrano negli anni in contestazione presentavano delle distonie certamente inquadrabili nell’ambito delle falsità.
“Tuttavia…gli atti del processo non forniscono validi elementi di prova, adeguatamente concreti, per disporre l’imputazione coattiva e per sostenere l’accusa in giudizio, in merito all’insussistenza dell’elemento psicologico del reato ipotizzato”.
A leggere con attenzione le motivazioni del decreto di archiviazione del procedimento contro l’ex sindaco di Adrano Giuseppe Ferrante e due funzionari del Comune emerge un quadro differente da quello che la decisione favorevole alle posizioni dei tre indagati lascia pensare.
Il presidente dell’Ufficio Gip di Catania, Nunzio Sarpietro, nel motivare il provvedimento si sofferma sulla vicenda processuale relativa alla formazione dei bilanci consuntivi degli anni 2012, 2013 e 2014. A sollevare dei dubbi – com’è noto – è stato un esposto-denuncia dell’ex sindaco Fabio Mancuso secondo il quale, lo ricorda Sarpietro “…nei bilanci sarebbero state inserite delle false rappresentazioni contabili, dissimulando una situazione finanziaria non rispondente al vero, poiché alcune poste sarebbero state indicate diversamente rispetto a quella che era la situazione sostanziale sottostante”.
L’esposto di Mancuso, in sostanza, secondo lo stesso magistrato poggia su basi concrete rilevate dallo stesso pubblico ministero che, però, per assenza di dolo – la precisa volontà cioè di “truccare” i bilanci – ha chiesto per ben due volte (1 giugno del 2016 e 30 aprile del 2018) l’archiviazione del procedimento. Archiviazione respinta dai legali di Mancuso.
“E’ innanzi tutto da dire – scrive il Gip – che la consulenza contabile redatta su incarico del PM evidenziava delle diverse criticità nei bilanci consuntivi esaminati e faceva riferimento in particolare a due anomalie ritenute di rilievo, che riguardavano l’eccessiva vetustà dei residui attivi iscritti in bilancio come posta positiva e la incongruente gestione contabile del debito nei confronti della società Enel S.p.A.
“In special modo – continua Sarpietro – il consulente stigmatizzava che qualora si fosse provveduto ad una corretta descrizione dei residui attivi, eliminando i crediti ormai inesigibili e quelli incagliati da diversi anni, nonché ad una corretta contabilizzazione del debito sopra citato, il Comune di Adrano non avrebbe potuto beneficiare della possibilità di spesa garantita dal costante e continuo ricorso alle anticipazioni di tesoreria”.
Il magistrato, dopo avere sottolineato la mancanza dell’elemento psicologico e cioè del dolo, si sofferma sulla ‘collegialità’ insita nell’approvazione di uno strumento finanziario che vede presenti Giunta, Revisori dei conti ( questi ultimi “…nel 2014 ebbero a sollevare delle riserve, poi immediatamente recepite dal sindaco pro tempore”).
“Se si considera ancora – scrive il Gip – che il bilancio viene alla fine approvato dal Consiglio comunale a maggioranza semplice, sostanzialmente quasi tutto l’apparato amministrativo e politico del Comune interessato mette mano in questo strumento essenziale per la vita dell’ente territoriale cui si riferisce”.
Le false rappresentazioni, secondo il magistrato, non possono quindi essere addebitate al sindaco Ferrante e ai due dirigenti sotto processo.
“…Tranne – recita in maniera illuminante la chiosa finale – a pensare alla esistenza di una sorta di congiura di palazzo, che ha consentito di mettere assieme la volontà delinquenziale di tutti gli agenti pubblici che hanno partecipato all’adozione dei bilanci consuntivi relativi agli anni in contestazione – congiura in merito alla quale non è traccia in atti, – non può che concludersi in ordine ad una credibile, sostanziale ignoranza in ordine alle prospettazioni contabili false di cui si è detto: o, comunque, potendo dette false rappresentazioni essere derivate da giudizi anche infondate o discutibili, ma senza alcuna predisposizione dolosa alla falsità”.

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