Non c’era trucco, non c’era inganno. L’ex sindaco Ferrante e due funzionari del Comune di Adrano non “adattarono” i bilanci e i conti consuntivi per evitare la dichiarazione di dissesto finanziario.
Il presidente dell’ufficio del Gip del Tribunale di Catania ha disposto, infatti, l’archiviazione per la vicenda scaturita da un esposto dell’altro ex sindaco Mancuso per la quale si ipotizzava il reato di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.
Nel marzo di quest’anno era stato proprio Mancuso a rendere nota la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del suo successore Ferrante.
La Procura di Catania, per ben due volte, aveva chiesto l’archiviazione. Il Gip ha accolto la tesi degli avvocati della difesa secondo la quale non c’era stata una precisa volontà nel “modificare” i bilanci, né da parte degli indagati né dagli “attori” legati all’iter degli strumenti finanziari, come i revisori dei conti.
L’esposto, per il quale è stata disposta l’archiviazione, era stato presentato nel 2015. In esso si evidenziava la condotta anomala del sindaco Ferrante e delle giunte da lui presiedute in riferimento ai bilanci che vanno dal 2012 fino al 2014.
Secondo la tesi che ora è stata respinta l’opera di dissimulazione era finalizzata a celare “ …la sussistenza dei presupposti patrimoniali che avrebbero reso obbligatoria la dichiarazione di dissesto dell’Ente locale da parte del Consiglio comunale”.
Nonostante la battaglia giudiziaria tra i due fosse in atto, alle ultime elezioni amministrative Mancuso e Ferrante scelsero di presentare liste in comune e sostenere insieme lo stesso candidato sindaco, poi sconfitto.