Musumeci sembra avere raggiunto il “troppopieno”. Nell’ultima settimana, a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, si è lasciato andare ad una serie di dichiarazioni aspre, assai lontane da quelle improntate al garbo istituzionale che lo hanno sempre contraddistinto. Escludendo possa trattarsi di un Presidente sull’orlo di una crisi di nervi, è probabile si debba propendere per un’altra ipotesi: Musumeci s’è rotto i ‘cabbasisi’. Vivendo dentro quel “Burosauro” che è la Regione Siciliana, ha visto con i propri occhi che razza di briganti di passo, spacciati da burocrati, governano nei fatti la Regione.
“Ci sono dei funzionari regionali che si comportano da veri criminali. Io li manderei in galera” ha dichiarato pochi giorni fa soffermandosi subito dopo sul potere di interdizione che risiede in questi burocrati.
“Una pratica, per passare da un assessorato all’altro può necessitare di mesi. Un funzionario può lasciare la pratica sulla scrivania e invece di portarla al collega sullo stesso piano, la lascia sulla scrivania per due mesi. Criminali”.
Giovedì scorso, riferendo all’Ars sull’emergenza rifiuti, ha ammesso di sentirsi un ‘commissario dimezzato’.
“Sento dire in giro: il presidente Musumeci è commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Sicilia, niente di più falso, non è così. Sono un commissario dimezzato: non ho i poteri per poter derogare ad una situazione in atto da decenni”.
Ieri, la mazza chiodata l’ha usata contro il “Sistema Teatro” siciliano.
“Il teatro – ha detto Musumeci – non deve essere arrogante, come certa politica. Altrimenti, si determina un corto circuito. Niente supponenza da parte di chi governa, ma neppure da parte di chi pensa di essere élite culturale, questo è condizione essenziale altrimenti il mondo dello spettacolo può venire a manifestare sotto il mio balcone ma non troverà mai interlocuzione, non accetto atteggiamenti improntati solo alla presunzione che la politica non debba occuparsi del teatro”.
Alle prese con la palude siciliana, gli sfoghi seriali di questi giorni del Presidente della Regione Siciliana dimostrano quanto sia difficile fare perfino un passettino in avanti. Tutto ciò determina una situazione di stallo che i siciliani percepiscono bene, vivendola sulla propria pelle.
Del resto, era stato lo stesso Musumeci, all’indomani della sua elezione alla guida della Regione, a darsi un paio d’anni di attesa prima di rimuovere dall’Isola le macerie lasciate dai suoi predecessori.
Per diventare bellissima questa terra ha bisogno di molto tempo ancora.
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