L’Etna sta scivolando verso il mare. E’ quanto emerge da uno studio di una equipe scientifica che ha raccolto dati sulla ‘Montagna’ per oltre un anno, dall’aprile 2016 a luglio 2017. I dati sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances e ripresi da testate giornalistiche italiane. Il collasso del vulcano, ipotesi che appare quasi cinematografica tanto è impossibile a credersi, sarebbe indotto dalla gravità e non dal magma in risalita.
I ricercatori dell’istituto Geomar (l’ex Leibniz) che ha sede a Kiel in Germania, hanno tenuto sotto controllo il vulcano installando cinque trasmettitori subacquei dotati di sensori.
Sulla nave da ricerca oceanografica ‘Vessel Poseidon’, nel mare catanese davanti all’Etna, per tutto il tempo del monitoraggio sono arrivati i dati riguardanti gli spostamenti del fondale marino dei due lati dove ‘poggia’ il vulcano. Per mesi non sono state registrate variazioni significative.
Ad un certo punto, però, tra il 12 e il 22 maggio dello scorso anno, il movimento di un fianco ha prodotto variazioni significative. Questo, ragionano gli esperti, dimostra che le variazioni sono legate alla gravità e non al movimento del magma che sta nel sottosuolo.
Secondo alcune ipotesi, una gigantesca frana in mare potrebbe dar vita ad uno ‘tsunami’.
Anni fa uno studio analogo di un ricercatore inglese della Open University, John Murray, ha calcolato in 14 millimetri all’anno la velocità di scivolamento verso la costa.