Biancavilla, dopo il sisma porte serrate alla Chiesa Madre: una ferita al cuore di tutti i biancavillesi

madre
di Alessandro Scaccianoce
La nascita della chiesa madre coincide con l’inizio della storia di Biancavilla, alla fine del 1400. Ingrandita nel corso dei secoli, nel sec. XVIII assume l’odierna configurazione a croce latina con tre navate e sette archi a tutto sesto. Il presbiterio semicircolare ha un coro ligneo intagliato. L’edificio risulta uno dei più grandi e imponenti di tutta la Sicilia: 61,25 metri di lunghezza e 18,70 di larghezza, con la presenza della cappella laterale (forse il nucleo più antico della costruzione) di 10,25 metri per 9,25. Nel 1900 viene inaugurato il campanile, progettato dall’architetto milanese Carlo Sada, autore anche del Teatro Massimo “Vincenzo Bellini” di Catania. Il Sada ridisegna anche la facciata, conservando i portali settecenteschi in pietra lavica. Nella seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso il prevosto Giosuè Calaciura si fa promotore di un grande intervento di ristrutturazione e abbellimento interno e di restauro della facciata. Nel 1959 la chiesa è stata elevata alla dignità di Santuario Mariano dall’Arcivescovo Monsignor Guido Luigi Bentivoglio, riconoscendola come luogo privilegiato di culto alla Madre di Dio, meta di pellegrinaggi e luogo in cui si dispensano abbondantemente i sacramenti. Il 14 marzo 1970 Paolo VI ha insignito la Chiesa Madre di Biancavilla del titolo e della dignità di Basilica minore, un titolo di prestigio che per la bellezza e il decoro la ricollega direttamente alle basiliche papali, luoghi esemplari del culto cristiano. Particolarmente importante è il culto alla Vergine Maria, venerata sotto il titolo dell’Elemosina, che affonda le sue radici nelle origini albanesi della comunità. Nel 2016 è stata dichiarata Santuario Giubilare in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia, e per l’occasione ha accolto pellegrini provenienti da varie parti della Sicilia. È luogo simbolo di tutta la città di Biancavilla, che anche sotto il profilo urbanistico si è sviluppata simmetricamente attorno al suo centro. In Basilica si celebrano gli eventi più significativi della comunità: dalle feste pasquali alle feste patronali, che vedono riunita l’intera collettività. È luogo privilegiato anche per la celebrazione di matrimoni, di biancavillesi e non. Tutta la storia della città è concentrata in quelle mura che parlano e raccontano la sua storia, la sua origine, e il suo sviluppo nei secoli, fino a diventare uno dei templi più belli della cristianità in tutta la Sicilia.
Al suo interno opere di pregio, l’antica icona bizantina della Madre di Dio, tele di autori biancavillesi, due dipinti sul presbiterio di Agosta e Di Giovanni, eleganti lampadari in vetro di murano, stucchi e suppellettili sacre di gusto neoclassico che nei secoli sono state realizzate come ex voto da parte dei fedeli e per il mecenatismo dei vari Prevosti. La Cappella di San Placido, interamente affrescata ad opera di Giuseppe Tamo, custodisce il simulacro di San Placido, di San Zenone e del Cristo morto. Da ultimo, ad impreziosire le navate si sono aggiunte le sculture della Via Crucis del maestro Dino Cunsolo.
Negli ultimi anni, assieme a importanti interventi di restauro e ulteriore abbellimento promossi dal Prevosto Agrippino Salerno, un grande sforzo è stato realizzato per promuovere il Santuario di Biancavilla  e inserirlo in un circuito virtuoso di pellegrinaggi e turismo religioso. Il 28 agosto 2016 le telecamere di Rete 4 hanno trasmesso in diretta nazionale la Santa Messa dal Santuario di Biancavilla, evidenziandone tutta la sua bellezza. L’edificio, che è stato vanto della comunità, oggi chiuso dopo il terremoto dei giorni scorsi (con mezzo milione di danni strutturali, oltre agli interventi di restauro che saranno necessari), è il simbolo di una città provata. Gli annali della storia ricordano molti terremoti che hanno scosso la città negli ultimi 200 anni: proprio nel 1818 vi fu un grave terremoto; altri gravi crisi sismiche si registrarono ancora nel 1879, nel 1883 e nel 1942. Tuttavia, la laboriosità, la creatività e l’energia dei biancavillesi, ne siamo certi, come già in passato, saprà trovare nuovo slancio da questo evento. E immaginiamo già la solenne cerimonia di riapertura della Basilica Santuario, quando i cittadini potranno nuovamente essere immersi nella sua bellezza che culla, riscalda il cuore e lo eleva al cielo.
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