Scosse a ripetizione, cosa succede? Parla il direttore dell’INGV Privitera: “Forse l’Etna si sta ricaricando”

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Una serie di eventi sismici che danno un quadro di insieme e, forse, possono cominciare a dare alcune indicazioni. Lasciamo parlare gli esperti. Il Corriere Etneo ha chiesto al direttore dell’INGV- Osservatorio Etneo di Catania, Eugenio Privitera, se l’ultima scossa registrata a Ragalna (magnitudo 2.5, zero profondità) dà indicazioni sulla natura dell’evento.  
“Intanto – chiarisce il direttore Privitera – parliamo di Monte Intraleo, quindi più su di Ragalna. Si tratta di una scossa singola. Normalmente l’Etna ha la sua sismicità di fondo. Il vulcano è interessato già da mesi da una lieve intensificazione della sismicità che è legata sostanzialmente al meccanismo di ricarica che stiamo osservando tramite le deformazioni del suolo che misuriamo tramite tecniche satellitari. Siamo in un quadro multidisciplinare che ci dice che l’Etna è in una fase di ricarica. E’ normale che lungo i punti di debolezza del vulcano, in seguito al magma che esercita una spinta – tecnicamente si dice che modifica il campo degli sforzi –  si ha una risposta fragile laddove ci sono dei punti di debolezza strutturale del vulcano. L’area di Monte Intraleo è una di queste.
La scossa di oggi pomeriggio è legata alla scossa di venerdì notte e alle altre che sono seguite?
Possiamo legarla forse in un quadro generale, di dinamica di ricarica che è una dinamica complessa e non semplice con liberazione di energia sismica che va ad accomodare questo incremento di pressione all’interno e sotto il vulcano. Per essere più diagnostici abbiamo bisogno di altre analisi che necessitano di altri giorni di studio. I satelliti ‘passano’ ogni sette giorni. Non sono cose che si capiscono nel giro di poche ore
C’entra il vulcano, quindi.
E’ una ipotesi di lavoro che stiamo verificando.
La zero profondità che indicazione dà?
Zero non significa a livello del suolo ma a livello del mare. Lì sopra ci sono 1500 metri di montagna quindi c’è una certa profondità.
In quella zona interessata dal sisma c’è la faglia Vallone Licodia. Può essere un movimento di questa faglia?
Siamo in questa ipotesi di lavoro. Questa è una struttura che si prolunga verso nord est. Non dobbiamo immaginarci una faglia come una linea di matita tracciata sul  terreno. Normalmente parliamo di un sistema strutturale che si estende come minimo per decine di metri se non per centinaia, in spessore oltre che in lunghezza. Va visto il contesto e ancora i dati non sono in nostro possesso.
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