Torna a tremare la terra e torna la paura tra gli abitanti di Biancavilla, Adrano e Santa Maria di Licodia. Alle 21.54 una scossa di magnitudo 2,5 viene avvertita da tutta la popolazione. Il Corriere Etneo lancia la notizia dopo averla verificata con la centrale operativa dell’INGV di Catania. Sui social è tutto un chiedersi di “L’avete sentita?” oppure “Ma c’è stata una scossa?”. Solo per poco si ingenera il timore, infondato, che di lì a poco possa arrivare una scossa forte come quella avvertita nella tra notte tra il 5 e il 6.
La profondità è del sisma è di 3,9 km. Scossa superficiale, quindi, ecco perché l’hanno avvertita in tanti.
Gli stessi cittadini provano a farsi coraggio affermando che si tratta di scosse di assestamento e quindi per loro natura più lievi.
In quel momento sarebbe improprio e inopportuno spiegare che quelle definite con il termine errato di ‘assestamento’ sono in realtà eventi secondari che di solito fanno seguito ad una scossa principale (vengono definite, infatti, aftershocks).
Per seguire l’evolvere del nuovo terremoto si resta quasi tutti incollati davanti al computer e con lo smartphone in mano in attesa di notizie. C’è chi fa girare le foto delle piazze interessate dal nuovo sisma: non c’è nessuno, per fortuna. Si contano sulle dita di una mano quelli che si sono rifugiati in macchina nell’attesa che passasse la ‘nuttata’.
Le mamme di Adrano ragionano su Facebook sulla necessità di chiudere le scuole per le verifiche necessarie, come hanno fatto i comuni di Biancavilla e Paternò. Prima della nuova scossa il sindaco di Adrano aveva spiegato di non sentire la necessità di ordinare la chiusura degli istituti scolastici.
Si va a dormire con i vestiti a portata di mano nel caso in cui ci fosse la necessità di mettersi in salvo.