di Nello Pappalardo
La frase di circostanza, magari un tantino retorica come avviene in questi casi, secondo la quale con Gilberto Idonea scompare un pezzo di storia del teatro siciliano, indica un dato di fatto. Inconfutabile. Perché Gilberto rappresenta in concreto un pezzo, importantissimo, non solo della nostra storia teatrale ma della nostra storia culturale in senso totale. La sua maschera, puntuale e immediatamente riconoscibile. La somiglianza, naturale ma anche aiutata, con l’altro grande attore catanese cui è stato più volte accostato, cioè Angelo Musco. La sua recitazione sanguigna e di segno assolutamente deciso. Sono tutte caratteristiche che gli appartengono, insieme alla testardaggine e alla forza di volontà che gli hanno consentito di imporsi davanti a platee gigantesche, anche al di là dell’Oceano (le tournée negli Stati Uniti e in America meridionale sono state, per un lungo periodo, costanti e trionfali), anche se la sua attività si è svolta al di fuori dei comodi meccanismi dei canali ufficiali.
Gilberto, dopo una gavetta altamente formativa nei teatri di parrocchia e un lavoro da dirigente della “Olivetti”, sul finire degli anni Sessanta si dedica alla carriera artistica, mettendo su il Teatro delle Arti, nel popolare quartiere della Civita, a Catania. Nel 1978 debutta nel cinema con “Turi e i paladini” di Angelo D’Alessandro. Da quel momento inizia un’irresistibile carriera artistica che lo porterà a successi teatrali, anche internazionali, e a partecipare a numerose fiction televisive e pellicole d’autore, nelle quali sbozzerà sanguigni e umorosi personaggi siciliani.
Al di là dei meriti artistici, conquistati sempre con forza e coraggio, ciò che ci piace ricordare è l’uomo Gilberto Idonea, che riusciva a conquistarti pur avendo un carattere non certo facile, pur preferendo i toni ruvidi. A Gilberto ci legava un vincolo durato quasi cinquant’anni, cementato peraltro dalla gradevole amicizia con la moglie Raffaella, col fratello Giovanni e con uno dei figli, Alessandro, che da qualche anno ha deciso di prendere il testimone dalle mani del padre e di far sì che il cognome Idonea continui a legarsi al mondo del teatro, in un modo di fare arte attento alle nuove istanze, ma con un background tradizionale dalle grandi proporzioni.
È il Gilberto Idonea dei mille incontri – l’ultimo poco meno di due mesi fa in uno stadio Massimino nel quale giocava la nostra squadra del cuore – che ci piace ricordare. Ciao, Gilberto. “I cosi bbelli” non si devono soltanto “taliari”, come dicevi tu in quel vecchio spot televisivo che tantissimi ricordano ancora. I “cosi bbelli” si devono anche ricordare.
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