Una scossa intensa, una media e poi uno sciame di ben 50 microsismi. Il responsabile dell’Unità funzionale di Sismologia dell’INGV-OE di Catania, Salvatore Alparone, spiega il “carattere” del terremoto di ieri e si sofferma sulla sismicità dell’area interessata dall’evento sismico.
Il Corriere Etneo lo ha intervistato.
Di che origine è il terremoto di ieri? C’entra il vulcano Etna?
Dare una risposta è complicato. Forse tra una settimana può essere più semplice rispondere. Siamo in un’area centrale lontana dai sistemi di alimentazione principali dell’Etna Non sembrerebbe quindi che questa sismicità sia direttamente legata ad una risalita magmatica. Conviene però aspettare i prossimi giorni per capire quale può essere l’evoluzione in tutto il contesto etneo.
Il fatto che la profondità non sia significativa spiega il fatto che il terremoto sia stato avvertito da tantissime persone?
Sì, proprio per questo motivo l’avvertibilità aumenta. Un terremoto profondo viene difficilmente avvertito. Quelli più superficiali hanno un ‘cono di risentimento’ molto più forte. L’energia viene rilasciata e immediatamente avvertita.
C’entra il sistema di faglie dell’area Ragalna-Biancavilla?
Il sistema più prossimo sembra questo ma non è sicuro lo sia. Ci troviamo però in una posizione più a ovest. In quella zona, ma anche lungo l’alveo del Simeto, ci sono faglie importanti. L’Etna è un vulcano molto eterogeneo, ricco di strutture. Quell’area è una zona ricca di strutture tettoniche.
Qual è la storicità sismica di quell’area?
Negli ultimi venti anni non abbiamo registrato terremoti importanti. La magnitudo massima è stata 3.3 in quest’area. Nel passato, nel 1850 e nel 1898, due terremoti in quell’area hanno avuto una intensità del settimo e ottavo grado. Queste sono le sorgenti più forti in quell’area.
Ieri sono tornate a circolare voci infondate sulla ‘replica’ del sisma. Fake news a parte, un fenomeno del genere come evolve?
Può succedere di tutto. L’attività poteva essere limitata allo sviluppo di un terremoto oppure, come in questo caso, un terremoto con 50 repliche. Le scosse, infatti, sono 50 in totale. Ci sono state repliche di bassa energia, sicuramente non confrontabili con l’evento principale delle ore 2.34. Statisticamente abbiamo a volte il terremoto singolo, a volte il terremoto seguito da repliche con magnitudo confrontabile.
In questo caso si tratta di repliche con magnitudo molto inferiore all’evento principale. Ci aspettavamo uno sviluppo più ricco in energia delle repliche. Cosa che invece non è avvenuta. Abbiamo avuto magnitudo 4.8 dopo di che magnitudo 2.5. Mancano dati intermedi, ma può succedere. Questo sembra il carattere dell’attività sismica.