Non c’è amministrazione eletta democraticamente dopo qualsiasi competizione elettorale che non senta forte il dovere di proporre ai suoi governati un primissimo bilancio allo scadere dei primi cento giorni di vita.
Ecco, qui ad Adrano con la Giunta D’Agate ci troviamo precisamente in questa situazione: siamo allo scadere dei primi cento giorni dall’insediamento del sindaco e dei suoi assessori.
Per questo ci aspettiamo, senza pregiudizi o partigianerie che falserebbero l’ obiettività che vogliamo continuare a rispettare, che il primo cittadino si presenti dinanzi alla città e spieghi nel dettaglio qual è lo stato reale delle casse lasciato dai suoi predecessori e cosa intenda fare concretamente e con quale risorse per risollevare la qualità dei servizi, lo stato delle strade, l’inadeguatezza delle nostre scuole, la promozione del turismo, la rinascita del Teatro, l’agonia delle attività commerciali, le condizioni delle periferie, la lotta all’evasione e tutte quelle altre criticità che, precipitate durante la scorsa amministrazione, noi adraniti ci troviamo a condividere senza soluzione di continuità da, ormai, troppi anni.
Probabilmente forse non basteranno mille giorni per cambiare Adrano ma, paradossalmente, in cento giorni si possono creare le condizioni per questo cambiamento.
Forse siamo stati poco attenti, e vorremmo essere smentiti, ma non abbiamo notato ancora un minimo cambiamento di rotta: una aiuola sistemata, un intervento significativo sulle strade colabrodo, una fioriera nuova in centro, una banchina riparata nella disastrata periferia, un albero, un nuovo albero, in una delle piazze di Adrano.
Eppure cento giorni non sono pochi, specie i primi cento giorni. Chiunque di noi abbia intrapreso una nuova attività o un nuovo rapporto di coppia, sa che sono i giorni dell’entusiasmo, dei buoni propositi, della luna di miele. Dopo di che o è un successo o è routine.
La pazienza dei cittadini si esaurisce, gli avversari si riprendono dal disorientamento, gli amici capiscono di aver mal distribuito il proprio consenso.
Gli adraniti hanno già consumato l’esperienza dell’amministrazione fantasma nascosta nel Palazzo, indolente, lontana dalla città.
Ci aspettavamo e continuiamo ad aspettarci , ottimisticamente e assolutamente interessati alla buona riuscita, il colpo di coda, il cambiamento di rotta, un racconto dell’idea di città che torni a dare a ognuno degli adraniti, giovani o vecchi, uomini o donne, la certezza che il peggio è passato e che questi primi cento giorni non siano trascorsi invano. Come tanti altri inutili giorni di cui non sentiamo alcuna nostalgia.