Moglie e figlioletto di Domenico Assinnata sono stati prelevati dalle forze dell’ordine e trasportati in un “posto sicuro”. E’ avvenuto in questi giorni, la cosa doveva restare segreta. Ma a Paternò più di uno ha notato lo strano movimento che prelude a qualcosa di clamoroso: Domenico “Mimmo” Assinnata, 28 anni, si prepara a saltare il fosso e collaborare con la giustizia. Assinnata è figlio di Salvatore e nipote omonino di Domenico, “pezzi da novanta” della criminalità mafiosa paternese direttamente collegati alla mafiosa dei Santapaola a Catania.
La notizia del “prelievo” per ragioni di sicurezza di moglie e figlio non viene smentita dagli investigatori.
Un mese fa circa il nome di Assinnata junior è tornato alla ribalta delle cronache dopo l’operazione “Assalto” che ha portato in carcere una decina di rampanti trentenni, desiderosi di farsi spazio all’interno dell’organizzazione criminale.
Fino a pochi giorni fa, Assinnata junior era detenuto nel carcere siracusano di Cavadonna. Il nome di Mimmo Assinnata richiama alla mente l’ormai tristemente famoso “inchino” davanti all’abitazione del padre-boss. Siamo nei giorni della Festa a Santa Barbara del 2015 e le due ‘varette’ degli ortofrutticoli e dei dipendenti comunali procedono con fare festoso nella zona Ardizzone e poi davanti all’abitazione di Salvatore Assinnata fanno l’inchino. La scena viene ripresa dai telefonini e finisce sui siti d’informazione e sulle televisioni italiane.
L’ostentazione del predominio criminale sulla festa della patrona e il tam tam che si scatena a livello nazionale mandano su tutte le furie il padre di Domenico. In un colloquio in carcere con il figlio, Salvatore Assinnata gli si rivolge in malo modo: “Finiscila cu tutti ‘sti buffunati, tutti ‘sti intervisti. Ca non capisci chi dannu facisti”. Chiaramente non gradisce il clamore scatenato da quella manifestazione di potenza finita sotto gli occhi di migliaia di persone.
Assinnata junior aveva preso le redini del clan mafioso dopo che il padre era finito in carcere. Quando anch’egli ha subito le stesse sorti, lo scettro del comando è passato ad un altro “ramo” della famiglia: Gaetano Laudani, cognato di Mimmo Assinnata, e suo padre Erminio, suocero di Domenico.
I segnali inequivocabili sul “sistema di protezione” dei familiari per l’imminente collaborazione con i giudici fanno venire i sudori freddi agli uomini del clan.