E’ un atto “clamoroso” sul quale la nuova amministrazione adranita sta ponderando nel dettaglio ogni minimo particolare. Per la portata che ne deriverebbe non è esagerato, forse, parlare di passo decisivo per la sopravvivenza economica dello stesso ente.
L’amministrazione vuole annullare la transazione stragiudiziale di 10 milioni di euro tra Comune di Adrano e Liberio SPV deliberata “last minute” dalla giunta Ferrante il 9 maggio del 2018. La transazione riguarda il pagamento del debito del Comune nei confronti della società Enel Sole. La citata Liberio SPV è la società cessionaria del credito.
Già con le valige pronte per lasciare il Palazzo comunale dopo due mandati elettorali, l’allora sindaco Ferrante sottoscrisse questa transazione di 10 milioni di euro impegnando l’amministrazione a versare 7,5 milioni entro il 31 dicembre del 2020 e i restanti 2,5 milioni entro il 30 giugno del 2024.
Stando a quanto rilevato dall’amministrazione comunale, l’accordo transattivo evidenzia una serie di falle sulla base delle quali si può pensare di chiedere l’annullamento. L’assessore al Bilancio, avv. Giuseppe Currao, ha chiesto ai responsabili del IV e VI settore – Garofalo e Gorgone – di valutare nel complesso le ipotesi di legittimità dei contratti e delle deliberazioni che riguardano la Enel Sole spa e di rivalutare soprattutto la convenienza economica della transazione conclusa nel maggio scorso.
L’amministrazione vuole contestare l’accordo che il Comune di Adrano, sotto la sindacatura Mancuso, stipulò con Enel Sole 16 anni fa. Il contratto d’appalto – votato dal consiglio comunale il 22 settembre del 2002 – prevedeva l’affidamento diretto per 15 anni del servizio di pubblica illuminazione per un importo di 25 milioni di euro circa.
L’amministrazione D’Agate punta l’attenzione sul “peccato originale” di quel contratto: il mancato ricorso alla pubblica evidenza. Accanto a questa anomalia si cita anche la decisione-non decisione dell’aprile del 2013 presa dall’ex sindaco Ferrante di dare mandato ad un legale (l’avv. Francesco Nicotra) per accertare la nullità del contratto, salvo poi non andare avanti nel proposito annunciato.
Il 15 gennaio del 2015, con il consenso delle parti, si arrivò alla risoluzione del contratto.
La transazione di 10 milioni di euro, secondo gli attuali amministratori, è viziata alla radice dalla convinzione della legittimità del contratto d’appalto del 2002 per il quale non si fece ricorso alla pubblica evidenza.
La decisione di annullare la transazione milionaria non è ancora stata presa. Appare fin troppo evidente che lo “sgravio” di 10 milioni di euro, nel caso dell’annullamento dell’accordo, si tradurrebbe per le casse del Comune di Adrano in un dono inatteso che darebbe nuovo impulso ai vari settori della vita amministrativa, fermi al palo proprio per la mancanza di disponibilità finanziarie.