Un appello rivolto alla città. E’ questo lo sfogo amaro, che il patron di Antica Scala, Pietro Mauri rivolge alla comunità paternese attraverso un post sui social. Il suo progetto immobiliare, che ormai da anni tenta di realizzare a sud della città – in un’area che complessivamente non riesce a decollare, nonostante gli sforzi di diversi imprenditori edili – sembra, ancora una volta, svanire.
Con un post su social, l’imprenditore denuncia lo stato vessatorio, a cui da anni è sottoposta la sua azienda. “ancora oggi assistiamo a mistificazioni e falsità degli uffici tecnici comunali che si ostinano a perpetrare quest’ inutile “ostruzionismo” nei confronti di Antica scala con lo scopo di scoraggiare la realizzazione dell’intervento edilizio su scala vecchia”. Sono dichiarazioni forti e precise. L’imprenditore punta il dito verso l’arch. Domenico Benfatto, accusato di aver costruito l’ennesimo stratagemma per impedire l’inizio dei lavori, che avrebbe rilanciato l’economia locale; ancora un’occasione perduta per gli imprenditori edili, già in crisi per le congiunture negative del mercato del mattone. “La prego Architetto, (l’imprenditore si rivolge all’arch. Domenico Benfatto) si voglia bene e vada a studiare perché questo suo modo di tirarsi indietro nella forma ( ma non nella sostanza) non la esime da essere chiamato in causa nelle competenti sedi di Tribunale. Le parole sono dure, e fanno riferimento ai recenti sviluppi della vicenda.
Qualche anno fa, l’imprenditore propone un grosso investimento per realizzare residenze e urbanizzazioni a sud della città in contrada Balatelle. Dopo un lungo periodo istruttorio da parte degli uffici comunali, che passano ai raggi X ogni carta e ogni disegno – più dei tempi consentiti dalla legge – finalmente, l’imprenditore, si vede riconosciuto il diritto ad edificare da parte della Giunta prima e dal Consiglio Comunale successivamente. Dopo le sollecitazioni del TAR di Cataniache sostiene la legittimità della proposta imprenditoriale e la richiesta di firma della convenzione di rito, arriva la doccia fredda. Misteriosamente, dopo quasi otto mesi di scambi epistolari tra le parti – successiva all’approvazione del Consiglio Comunale nel dicembre del 2017 – l’arch. Domenico Benfatto chiede di ricominciare tutto l’iter – invocando l’ennesima conferenza dei servizi – sollecitando gli stessi uffici comunali che avevano emesso il provvedimento precedente, mettendo le basi per un conflitto interno insanabile.
Per l’imprenditore è “l’ennesimo e ormai storico tentativo di scoraggiare la sua iniziativa … e pazienza…… tanto prima o poi tutta la verità verrà a galla….. e saranno dolori. Abbiate fede, continuate a seguirci e vedrete il risultato insieme a noi”.
Sono parole disperate a cui la politica non riesce e dare risposte – in un contesto in cui il diritto è esercitato a singhiozzo. Si rivolge a tutti; allega persino un documento scottante e lancia l’anatema: “ … in particolare all’Arch. Domenico Benfatto, al fine di lasciare traccia … “ cosa significa tutto questo? Cosa succederà a breve? “Restiamo in attesa di nuove evoluzioni, anche da parte della Procura di Catania e della Regione Sicilia”. La partita è tutta aperta.