Perquisizione a casa del giornalista di ‘Repubblica’ Salvo Palazzolo. Il cronista, a cui è stato sequestrato un cellulare, come riporta il sito on line del quotidiano nella pagina di Palermo, ha rivelato la chiusura dell’indagine sul depistaggio Scarantino nell’indagine sulla strage di via D’Amelio. Al giornalista, indagato per rivelazione di notizie, è stato controllato anche il computer personale. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Catania.
“Ancora un giornalista indagato per aver dato una notizia. Cioe’ per aver svolto il proprio dovere di informare i cittadini. Questa volta e’ successo a Palermo, al cronista di Repubblica Salvo Palazzolo, la cui casa e’ stata perquisita, il cui telefono e’ stato sequestrato, il cui computer e’ stato passato al setaccio”. La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Associazione Siciliana della Stampa “sono al fianco del collega Palazzolo – sottolineano in una nota – a cui la procura di Catania contesta di aver ‘rivelato notizie’ nell’articolo con cui a marzo diede atto della chiusura dell’inchiesta sul depistaggio del pentito Vincenzo Scarantino nell’ambito delle indagini sulla strage Borsellino”. “E’ in corso in tutta Italia un attacco durissimo contro la liberta’ di informazione e contro i cronisti liberi che con il loro lavoro garantiscono ai cittadini il diritto ad essere informati. La perquisizione e il sequestro del telefono, oltre che l’accesso ai dati contenuti nel computer, rappresentano una grave violazione del diritto alla tutela delle fonti e del segreto professionale. Le fughe di notizie e le presunte violazioni del segreto istruttorio non possono essere contestate ai giornalisti, il cui dovere e’ quello di pubblicare tutto quello che ha rilevanza per l’opinione pubblica, non certo quello di nascondere le notizie. Chiediamo alle autorita’ di fare subito chiarezza su quanto accaduto e torniamo a sollecitare al governo un intervento deciso e risolutivo a tutela del segreto professionale”, commenta il sindacato. Solidarietà è stata espressa anche dal Gruppo siciliano dell’ungi.
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