“Leggo di vibratissime proteste perchè un ex detenuto, che ha scontato interamente la propria pena, viene invitato a discutere con il direttore del carcere di Palermo e con il garante per i detenuti di galera, pena e riabilitazione. Vibratissime proteste perchè l’ex detenuto in questione è Totò Cuffaro. Magari se fosse stato un rapinatore, un omicida, un terrorista o un tangentista nessuno si sarebbe strappato le vesti. Ma e’ Cuffaro, ex galeotto, pena scontata. E la piazza ha deciso: gli altri si’, lui no”. Cosi’ in un post Facebook il deputato de I Cento passi all’Ars, Claudio Fava, che risponde alle critiche avanzate dal Movimento cinque stelle Sicilia che è contrario alla presenza dell’ex governatore a Palazzo dei Normanni per un convegno. “Si obietta che il convegno si terrà all’Ars – prosegue Fava – e siccome il suddetto fu condannato per favoreggiamento mafioso mentre era presidente della Regione, vada ovunque ma non metta mai piu’ piede a Palazzo dei Normanni. Lo direi anch’io se l’avessero invitato a discettare di politica: Cuffaro vada pure dai suoi amici, dai suoi ex sodali di partito, nelle sue parrocchie, ma non all’Ars. Ma – obietta il deputato, che è anche presidente dell’Antimafia regionale – l’hanno invitato a parlare ad un convegno che s’intitola ‘Oltre le sbarre. Uno sguardo ai diritti e alle tutele dei figli dei detenuti’. Dunque? Dov’è lo scandalo? Deve tacere perche’ si chiama Cuffaro? Ci fa cosi’ paura da togliergli il diritto di parlare della sua esperienza di detenuto assieme a un direttore di carcere e al garante dei detenuti?”. E ancora: “Se fosse davvero così, invece di fingerci indignati dovremmo emanare un editto che tolga ai politici condannati per mafia ogni diritto, ogni dignità, ogni rispetto. Chiudiamoli in galera e buttiamo via la chiave. E magari – prosegue il deputato de I Cento passi – alziamo le forche in piazza, che alla pancia degli italiani piacciono tanto. Poi però non lamentiamoci di quelli come Salvini che se ne ‘fottono’ della Costituzione e dei diritti degli individui ritenendo, per il bene della patria, che quei diritti possano essere soppressi con un tweet”. Fava poi aggiunge: “Io non ho nulla a che spartire con Cuffaro per cultura politica, comportamenti, amicizie, pratiche, vocazioni e furbate. Gli sono stato sempre, limpidamente e radicalmente avversario. Ma riconosco all’ex detenuto Cuffaro il diritto di parlare della propria esperienza di carcerato. E a chi ha voglia di ascoltarlo, di poterlo fare”.