Declinare al femminile il tragico, inarrestabile esodo innescato dalla macerie della furia bellica: è il tema di ‘Troiane, canto di femmine migranti’, lo spettacolo itinerante prodotto dal Teatro Stabile di Catania per riflettere su un dramma che accompagna ciclicamente la storia dell’umanità, e tristemente attuale, non soltanto sulle rive e nelle acque del Mediterraneo. Dopo il successo ottenuto l’anno scorso, il titolo ritorna al Teatro Antico di Catania all’interno del cartellone di Anfiteatro Sicilia, promosso dalla Regione Siciliana. La programmazione avrà luogo nel fine settimana di sabato 1 e domenica 2 settembre, alle 19.30.
Piu’ precisamente, la rappresentazione si svolgerà in sette stazioni, ognuna di circa 10 minuti, distribuite lungo gli ambulacri del sito classico. L’ingresso sarà scaglionato: ogni 30 minuti accedera’ un gruppo di 15 persone. L’entrata del primo gruppo è prevista alle 19.30, l’ultima alle 22.30, per un totale di 7 gruppi. In ciascuna stazione, il monologo o la scena recitata, la colonna sonora, l’interpretazione potrebbero cambiare per le infinite sfaccettature che la tematica suggerisce; di modo che ogni percorso sarà diverso e lo spettatore che volesse tornare alla replica si troverà di fronte ad una rappresentazione in parte o del tutto differente, aggiungendo nuovi tasselli all’esplorazione di una condizione dolorosa. Perchè[sg_popup id=”7489″ event=”inherit”][/sg_popup] di donne deportate, offese nel corpo, piagate nell’anima, parla questo lavoro tratto da Troiane di Euripide e Iliade di Omero, testi fondanti della letteratura e della drammaturgia universali.
La rielaborazione drammaturgica e’ di Nicola Alberto Orofino che cura anche la mise en espace. Il cast annovera Egle Doria, Silvio Laviano, Luana Toscano, Alessandra Barbagallo, Lucia Portale, Marta Cirello, Valeria La Bua. Costumi e scene di Vincenzo La Mendola, assistente alla regia Gabriella Caltabiano.
“Nelle Troiane di Euripide, donne vittime di guerra attendono con dolore straziante la loro infima assegnazione come schiave ai vincitori – spiega Orofino – e quel dolore di ieri rivive oggi e sempre. E il dolore di chi non ha più niente, di chi ha perso la dignità, gli affetti, la propria terra. Quella terra che non esiste più, il cui nome è stato rimosso. Troiane, come donne e uomini di oggi, che devono ricostruire tutto, con quella debole forza di chi è stato cancellato”.
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