Quarta notte al porto di Catania a bordo della Diciotti per i 150 migranti, tra cui 10 donne, per i quali il Viminale da giorni nega l’autorizzazione allo sbarco. La linea dura del Governo contro l’Europa prosegue e oggi c’è attesa per il vertice informale Ue delle prossime ore e di un possibile accordo sulla redistribuzione dei profughi. Mercoledì sera, intanto, è arrivato l’ok del ministro dell’Interno allo sbarco dei minori. “Se ci sono dei bambini possono scendere adesso, degli altri con il mio permesso non sbarca nessuno” ha detto Matteo Salvini in una diretta Facebook. Dalla Diciotti sono scesi così 27 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni, tutti eritrei ad eccezione di una ragazzina proveniente dalla Somalia. “Uno di loro – racconta Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save The Children – presentava ferite di arma da fuoco. Ci hanno raccontato di essere rimasti rinchiusi per otto mesi al buio dentro una stanza o un container, questo ancora non è chiaro. Alcuni di loro pesano appena 35 chili”. Prima di poter partire sono rimasti in Libia a lungo, qualcuno anche per tre anni. “Sono denutriti e davvero in condizioni di grande deprivazione” spiegano i soccorritori. Intanto ieri per tutta la giornata a bordo della nave della Guardia costiera si sono susseguite le visite istituzionali. Tra i primi a salire a bordo della Diciotti Claudio Fava, presidente della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, che ancora una volta ha chiesto l’intervento del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ma al molo di Levante sono arrivati anche, tra gli altri, una delegazione del garante dei detenuti, che nelle prossime ore presenterà un’informativa alle Procure che indagano sul caso, i democratici Davide Faraone e Carmelo Miceli, l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini. In banchina resta la società civile con il presidio delle associazioni antirazziste, anche se la protesta si è allargata ad associazioni religiose, sindaci, magistrati. Dopo l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, per il quale non si può “lasciare galleggiare in mare esseri umani, l’unica parola è accoglienza”, anche la Chiesa di Catania prende posizione e lancia un appello perché prevalga l’umanità.
Rifiutare di accogliere i migranti sulla nave Diciotti è “come se gli inglesi o gli americani avessero brigato di rispedire in Germania o nei Paesi occupati o alleati del Terzo Reich i profughi ebrei scampati alle retate dei nazisti…”: il parallelo è di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, il quotidiano della Cei che, con titolo “Sulla pelle degli ostaggi”, apre sulla vicenda della nave della Guardia Costiera attraccata a Catania senza poter sbarcare i 150 profughi. Il direttore del giornale della Cei riepiloga la vicenda in un lungo editoriale di prima pagina intitolato “per coscienza e per legalità”.