Novel food, quant’è buono il ‘caviale dell’Etna’: perle brillanti al sapore di agrume

Il ‘caviale dell’Etna’ non c’entra nulla con il pesce se non per l’aspetto che ricorda assai le vere uova di storione. Si tratta di un frutto, in realtà: un lime allungato che viene chiamato, infatti, ‘finger lime’ e ha una colorazione che varia dal verde al rosato. Il nome scientifico è “Microcitrus australasica”, ciò che incanta è il suo sapore di agrumi che si può abbinare alle più svariate portate di pesce. Colpisce anche il prezzo: duecento euro al chilo.
In Australia, nelle cui foreste tropicali cresce in abbondanza, il ‘finger lime’ è conosciuto e assai utilizzato nella preparazione di piatti succulenti.
Ristoratori e imprenditori si sono lanciati nella novità del frutto che contiene preziose perle di gusto al proprio interno. Le ricette degli chef più apprezzati contemplano la presenza di ‘finger lime’ che oltre a deliziare il palato si rivela un fuoco d’artificio per gli occhi. Le perle che sanno di agrumi vanno a ruba anche tra i bartender più attenti alla preparazione dei migliori cocktail. Nelle migliori gelaterie dell’Isola il gusto ‘finger lime’ comincia a fare capolino con risultati sorprendenti. 
Giovani imprenditori puntano alla produzione del prezioso agrume. Ad Acireale i fratelli Corrado e Riccardo Massimino coltivano nella propria azienda agricola oltre venti varietà di ‘finger lime’. Da alcune di esse viene estratto anche un liquore. Come per l’ormai famoso vino, anche per il “caviale dell’Etna” – come è stato battezzato – è la terra vulcanica a rivelarsi ideale per la coltivazione e per il gusto finale. Molte varietà, inoltre, sono coltivabili tutto l’anno e questo rende ancora più popolare il frutto.

Riguardo l'autore Corriere Etneo

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