Calcio Catania: Pinocchio, Zorro e il delitto perfetto del mancato ripescaggio in serie B

“Catania è forte e vincerà, Catania è squadra di serie A”.
Questo mio articolo comincia così, su vecchie note rock dedicate ai colpi di testa di Claudio Ciceri e ai voli acrobatici di Zeliko Petrovic sullo spelacchiato prato del vecchio “Cibali”. Ascoltavo in silenzio, battevo le mani, abbracciavo tutti e mi sentivo felice avvolto dentro la bandiera.
Oggi come ieri il club rossazzurro è ancora in pista nel grande circo del pallone, ma Catania non è però squadra di prima fascia e manco di seconda. Così è stato deliberato dalla Lega dei cadetti che ha emesso un duro comunicato e dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, che ha scelto invece la via del “silenzio-assenso.” “Nessun ripescaggio in B per il Catania e manco riammissione, niente di niente. Poi magari il sette settembre prossimo venturo vedremo: chissà”, tuonano dalla stanza dei bottoni a metà di questo torrido mese di agosto del duemiladiciotto, al contrario delle rassicurazioni fatte ai comuni mortali ad inizio del mese.
“Ieri al supermercato a Milano,- parola di Salvatore Sabella, catanese – mi ferma il cassiere che anni fa mi riconosceva per la sciarpa rossazzurra che portavo al collo. Non lo vedevo da tempo e forse l’ultima volta che avevo parlato con lui risaliva a tre anni fa. Insomma lui mi ferma e mi fa ‘Ma davvero  il Catania è gestito ancora da quello dei treni del gol?’ Invece di parlarmi del mercato della sua Inter, questo signore ha deciso di farmi questa strana domanda. Secondo me lo sanno tutti  che il Catania è sempre stato poco amato da quel Palazzo che con le sue porcherie dovrebbe indurre alla nausea verso il gioco più antisportivo di tutti.”
“Sarà un caso – così Antonio Buemi- ma siamo dalla parte della ragione. Fossimo stati in B avremmo lottato dalla parte opposta della barricata accanto a Lotito. Secondo me questo circo senza regole va abbandonato senza rimpianti. Auspico una soluzione a ventiquattro squadre che beffi la lega. Sarebbe una lezione la torta divisa per ventiquattro anziché per diciannove. Anche Alessandro Vagliasindi e Andrea Mazzeo ne parlano e intanto poco fa Gabriele Gravina, il presidente della Lega Pro, ha diffidato il commissario della F.I.G.C.”
La temperatura si surriscalda, la “singolar tenzone” rischia di trasformarsi nell’ultimo episodio di “Guerre stellari”; visto che le cose stanno più o meno così, a noi cittadini catanesi non ci resta che provar a fare un piccolo gioco letterario.
Roberto Fabbricini, il commissario della F.I.G.C.è in realtà un Don Abbondio che non sa più a quale dei due bravi deve ubbidire.
Nella nostra Via Etnea ma pure sui social passeggia con un pizzico di  spocchia un rubicondo signore. Lui si chiama Azzeccagarbugli, fa il tuttologo e deve avere l’ultima parola sul nuovo casino calcistico. I suoi tirapiedi lo sanno e non smettono di stargli dietro anche quando non lo capiscono
In Piazza Spedini, accovacciato in tribuna d’onore, c’è di nuovo Nino Pulvirenti. E’ stato di recente  festeggiato come un eroe e mi somiglia un po’ a Pinocchio che, dopo esser stato mangiato dalla balena, giura di non dir mai più le bugie.
Ecco quindi Pietro Lo Monaco, che si traveste da Zorro, vola a Roma e promette giustizia per questa nostra città, che un po’  forse è anche la sua.
Infine ci sono i tifosi rossazzurri e sono tanti, tutti certi di esser dentro l’ennesimo film già visto. Tra i loro gusti cinematografici non c’è di certo una pellicola uscita nel lontano  1954 per la regia di Alfred Hitchcock e che si intitola “Delitto perfetto”.
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