Mafia, testimone di giustizia denuncia “visita” in casa propria: da tempo è senza scorta

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”Qualcuno, per due volte è riuscito ad intrufolarsi nella mia proprietà approfittando del buio della sera”. E’ la denuncia di Ignazio Cutrò, testimone di giustizia, a cui di recente è stata tolta la scorta. “Ho denunciato entrambi gli episodi alle autorità, ciò non toglie lo stato di tensione in cui siamo costretti a vivere io e la mia famiglia”, dice raccontando quanto accaduto “a pochi giorni di distanza” nella sua proprietà di contrada San Leonardo a Bivona (Agrigento). ”Il primo caso – aggiunge Cutró – è accaduto la sera dello scorso 8 luglio, erano circa le ore 21.30 quando insieme a mia moglie e mia figlia, dalla tavernetta di casa, abbiamo sentito dei rumori provenire dalla baracca degli attrezzi”. “Come se fossero stati – continua ancora il testimone di giustizia – dei pugni sferrati sulla lamiera. Mi sono così affacciato, ho gridato verso la baracca e ho notato un’ombra allontanarsi”. “L’episodio è stato prontamente segnalato alla stazione Carabinieri di Bivona – dice -Nel secondo episodio denunciato da Ignazio Cutrò invece, si registra la presenza di alcuni testimoni ospiti della famiglia bivonese, tra loro anche un ex appartenente delle forze dell’ordine in quiescenza”. ”La sera del 20 Luglio, erano circa le ore 22.30 – spiega il testimone di giustizia – mentre stavamo cenando insieme a degli amici, dalla tavernetta di casa, abbiamo sentito due fischi provenire dal terreno sottostante, come – scrive ancora Cutrò – se si trattasse di un richiamo tra due persone. Abbiamo immediatamente chiamato la caserma dei Carabinieri e una pattuglia è arrivata dopo una ventina di minuti m[sg_popup id=”6819″ event=”inherit”][/sg_popup]a i militari non hanno notato nessuna anomalia”.
Entrambi i casi, oltre ad essere stati denunciati alle forze dell’ordine sono stati anche racchiusi in un esposto che il presidente dell’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia ha inoltrato al Prefetto di Agrigento e alla Stazione Carabinieri di Bivona. Ignazio Cutrò, che dopo la revoca della scorta ai familiari ha deciso di rinunciare alla protezione personale, tiene a precisare che non intende ritornare sui propri passi. ”Continuerò da uomo libero – dice – a invogliare gli imprenditori onesti a denunciare il racket, così come – aggiunge il testimone di giustizia – sempre da uomo libero, resterò a testa alta nella mia Bivona dove può accadere anche di incrociare in strada lo sguardo dei miei aguzzini, ma se questo accadrà – dichiara ancora Cutrò – io non abbasserò mai gli occhi, l’aver denunciato i miei estorsori, ha cambiato la mia vita e quella della mia famiglia, ma mi rende orgoglioso per essermi ribellato al malaffare fidandomi delle Istituzioni e di avere ottenuto, grazie alla mia testardaggine, alcune normative che oggi sono riferimento per tutti i testimoni di giustizia”. “Ho voluto rendere noti i due episodi – conclude Cutrò – non per chiedere il ripristino dei servizi di protezione ma per informare l’opinione pubblica dello stato di tensione in cui vive la famiglia Cutrò, la stessa che per le istituzioni non correrebbe più nessun rischio”. 

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