Taglio vitalizi ex deputati regionali, ecco la proposta M5S: si risparmiano 9 mln

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Contenimento della spesa pubblica regionale e riduzione dei costi della politica. E’ l’obiettivo della proposta ‘tagli vitalizi’ agli ex deputati regionali (equiparati al trattamento previdenziale previsto per gli inquilini di Montecitorio e palazzo Madama) elaborata dal M5S e analoga a quella presentata da Roberto Fico alla Camera dei deputati. La proposta di delibera, presentata in conferenza stampa dal vicepresidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri, dal deputato questore Salvo Siragusa, dal deputato segretario Stefano Zito e dalla capogruppo del M5S all’Ars Valentina Zafarana, è stata trasmessa all’Ufficio di Presidenza di palazzo dei Normanni e al segretario generale dell’Ars e nelle prossime ore sarà inviata ai presidenti dei gruppi parlamentari. In Sicilia ogni anno la spesa sostenuta dal Parlamento regionale per i vitalizi degli ex deputati e gli assegni di reversibilità ammonta a circa 17 milioni di euro. Con l’ok alle modifiche proposte dal M5S, che entrerebbero in vigore il 31 ottobre 2018, se il provvedimento ottenesse il via libera dal consiglio di Presidenza, il costo del trattamento previdenziale degli ex deputati sarebbe dimezzato e scenderebbe a circa 8-9 milioni di euro all’anno. In Sicilia, stando ai dati forniti dagli uffici dell’Assemblea, la spesa mensile per i vitalizi ammonta a circa 1 milione 362 mila euro così ripartiti: 761 mila 189 euro per i vitalizi di 158 ex deputati e 588 mila 708 euro per gli assegni di reversibilità erogati ogni mese per il coniuge e/o affini di 129 ex parlamentari deceduti. Altri 165 mila euro vengono erogati mensilmente dal Parlamento siciliano ad altri 30 ex deputati regionali col sistema di calcolo ‘pro rata’, ai quali si aggiungono gli assegni di reversibilità di altri 3 ex deputati non più in vita per un totale di 9 mila 788 euro. E dulcis in fundo, altri 2.832 euro vengono spesi per le pensioni dirette erogate ad altri 4 ex parlamentari regionali con il sistema contributivo.

 Ma cosa cambierebbe se il provvedimento ricevesse l’ok dell’ufficio di presidenza dell’Ars? In pratica si introducono dei coefficienti per il ricalcolo degli assegni vitalizi, utilizzando il sistema contributivo. Per evitare storture poi, vengono introdotti due tetti, un minimo e massimo. “Il limite minimo consente ai parlamentari dunque, di non percepire meno di 660 euro netti – ha detto Cancelleri -, quello massimo, invece, di non prendere più di quanto hanno già”. “E considerata la specialità della Sicilia anche in tema di vitalizi, dove non esistono documenti prima del 1980 – ha aggiunto – persino i familiari del primo presidente della Regione continuano a percepirlo. La differenza con la proposta della Camera è che continuiamo a prevedere la reversibilità solo per il coniuge e nella misura del 60%”. “A chi dice che questa proposta non passerà – ha osservato – rispondo: abbiamo scelto di presentare questa proposta adesso perché ci sono le condizioni politiche. Il M5S in consiglio di Presidenza ha 3 componenti. A rigor di logica dovrebbero votarla anche l’esponente di Diventerà Bellissima, il partito di Musumeci – che ha un’affinità con la Lega, che alla Camera sostiene la proposta del M5S – l’esponente di Fratelli di Italia, dato che anche la Meloni ha presentato una proposta sul ricalcolo dei vitalizi, e l’esponente del Pd, visto che i dem hanno elaborato la riforma Richetti”. “Oggi li chiamerò – ha concluso -, se siamo seri approviamo la delibera a stretto giro”. Per la capogruppo del M5S all’Ars Valentina Zafarana “oggi con il governo giallo-verde a Roma è cambiata qualcosa”.

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