All’ultimo comizio, dal palco di Palazzo Bianchi, lo aveva profetizzato: “Domenica sera sentirete il botto”. E botto è stato. Angelo D’Agate è il nuovo sindaco di Adrano con 7781 voti pari al 63,61 %. Al ballottaggio l’esponente di centrosinistra ha battuto nettamente il candidato del “centrodestra più Sammartino” Aldo Di Primo che ha avuto 4451 voti, 36,39%.
E’ bastato poco, ieri sera, per capire sin dalle prime sezioni scrutinate la tendenza del voto e il distacco sempre più crescente tra l’uno e l’altro candidato. Ai suoi, riuniti nel comitato elettorale, lo stesso duellante Di Primo ha annunciato che il divario si faceva sempre più crescente. Quando ha avuto la certezza di non avercela fatta, Di Primo ha chiamato al telfono il “rivale” D’Agate per congratularsi con lui e augurargli buon lavoro.
E così l’Armata Brancaleone, come l’ha battezzata uno dei candidati sindaco al primo turno, è stata sconfitta in due riprese. L’inedita quanto disastrosa mossa di mettere assieme soggetti politici guerreggianti tra loro, pur di vincere la partita, non è stata per nulla gradita dai cittadini-elettori. Lo conferma il doppio risultato: al primo turno, Aldo Di Primo ha preso 3700 voti in meno delle liste che lo sostenevano. Ieri il distacco è stato di 27 punti percentuali, pari a oltre 3300 voti.
Molto bassa, va detto, l’affluenza alle urne: 35,33%. Dei 35 mila aventi diritto, hanno votato in 12586, appena un terzo quindi.
L’ondata travolgente e controcorrente rispetto al resto d’Italia, dove il centrosinistra è stato sonoramente sconfitto, travolge i leader del centrodestra adranita degli ultimi 20 anni come Mancuso, Bulla, Ferrante, Firrarello e punisce anche l’ala democratica di Sammartino che ha appoggiato il candidato sindaco perdente.
Ora l’attenzione si sposta in consiglio comunale dove l’ ”anatra zoppa” di D’Agate – 5 consiglieri – dovrà vedersela con il pattuglione di 15 rappresentanti eletti (tra questi lo stesso ormai ex candidato Di Primo). I quattro consiglieri restanti sono stati eletti nelle liste di Nicola Monteleone.