Ha scelto il giorno della luce per presentarsi alla città la neo costituita sezione di Paternò Ibla Mayor dell’Archeoclub d’Italia. Il solstizio dell’estate, giorno augurale per iniziare bene l’anno sociale e programmare il triennio di lavoro. Dopo il riconoscimento ufficiale della sezione, arrivato ai primi di giugno, nella chiesa di Santa Maria della Valle di Josephat nel Dies Lucis, si è tenuta un’altra tappa della conferenza programmatica. Il presidente della sezione l’architetto Francesco Finocchiaro dopo i saluti e i ringraziamenti ai presenti, in particolare al primo cittadino Nino Naso, al consigliere nazionale Rosa Vitaliti, al presidente di “Sicilia Antica” di Paternò Mimmo Chisari, ha presentato la squadra dei suoi collaboratori e illustrato le linee guida del programma.
La ricerca, la divulgazione, la documentazione, la valorizzazione ed infine non meno importante la legalità. Finocchiaro ha prospettato 10 obiettivi da realizzare in sinergia con i soci e soprattutto con le istituzioni e le altre associazioni di volontariato della città. Promuovere la creazione di una raccolta bibliografica pubblica su tutte le opere che riguardano il territorio afferente a Paternò – in ambito storico, artistico, naturalistico, economico, letterario, ecc. – a partire dalla creazione di una bibliografica condivisa. Avviare tavoli distudio interdisciplinari per approfondire la storia di questo ambito culturale – dalla valle del Simeto all’Etna – e in particolare allo spazio dell’acropoli. Narrare alle giovani generazioni, ai cultori di storia patria, agli studiosi e più in generale – per i paternesi o per gli appassionati di altre città – gli aspetti culturali e naturalistici del paesaggio culturale afferente al territorio paternese Monitorare il territorio per scoraggiare i ladri di memoria, questo un chiaro monito per tombaroli e trafficanti di materiale archeologico, a sostegno delle forze dell’ordine e delle amministrazioni preposte al controllo e alla salvaguardia. Consolidare il senso di appartenenza e di cittadinanza attraverso campagne di pulizia e manutenzione di beni artistici, monumentali, archeologici e naturalistici. Promuovere l’arte e la memoria storica attraverso convegni, presentazione di libri e mostre d’arte, concerti, eventi e seminari di studio. Promuovere le buone pratiche per la rigenerazione dello spazio dell’acropoli attraverso i concorsi d’idea, i workshop e le performance. Realizzare una rete condivisa di studiosi, ricercatori, artisti, archivisti, scienziati ecc. impegnati a studiare l’acropoli e il suo intorno.
Sostenere un movimento giovanile di volontariato culturale che sia incubatore di iniziative internazionali al fine di realizzare scambi culturali, tra i giovani del mondo e promuova l’interesse delle università e della soprintendenza verso questo potenziale cantiere di scavo e di ricerca in chiave sistemica anche sostenendo e promuovendo iniziative utili perrecepire fondi e risorse.
Pubblicare annualmente i risultati delle ricerche e degli studi, realizzati e presentati alla comunità e a questa messi a disposizione, implementando la carta storica-naturalistica del territorio afferente all’acropoli.
Iniziative tutte condivise dai soci, che hanno accettato di aderire all’associazione per rilanciare la sezione di Paternò del Archeoclub. Una squadra da competizione che vuole scoprire le origini di Paternò. Sintetizza bene Francesco Giordano: “ La storia della città è come un bel affresco che frantumatosi, ora ha bisogno di essere ricomposto, come si fa per un puzzle”. Non basta accettare la storia medievale, ma ricercare le origini arabe greche. Serve anche l’esperienza del geologo come quella di Salvo Caruso. Esperienza maturata nel corso degli anni, come quella in Calabria per la Snam, usando moderni strumenti di sondaggio del sottosuolo, ora anche a disposizione degli amici di Paternò per la ricerca di reperti archeologici. Partire dal lavoro di chi, per studio o per ricerca, ha già fatto molto come l’architetto Giuseppe Mirenda. L’Archeoclub di Paternò vuole attirare la simpatia di tutti coloro che solitari, negli anni, hanno studiato e ricercato documenti, sulla genesi della città. Al meeting spazio anche per le opinioni degli ospiti. La testimonianza del professore Carmine Rapisarda, va considerata come un invito a nozze: riprendere le ricerche della presenza dei greci e i romani, con un probabile tempio a Paternò. Mai più egoismi e rivalità, asserisce Giuseppe Barbagiovanni di “Sicilia Antica” poiché la cultura è di tutti.
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