Adrano ballottaggio -6 / Mancuso ce l’ha con l’Equipe 84 di D’Agate. A Monteleone: “Torna con noi, il centrodestra è casa tua”

ADRANO. E’ un po’ ardua l’impresa di mettere paura agli elettori di oggi sventolando nomi e fatti vecchi di oltre 30 anni. L’ex sindaco Mancuso, però, ci prova. Lo ha fatto ieri nel corso del tanto atteso comizio da lui tenuto in piazza Umberto. Il candidato sindaco Di Primo ha parlato soltanto dopo che si è concluso lo spazio di Mancuso.
Secondo Mancuso gli adraniti devono temere il ritorno di “quelli dell’84”, la vecchia nomenklatura con in testa il candidato sindaco Angelo D’Agate. L’Equipe 84 di D’Agate – accusa Mancuso – ha rimesso in pista le cariatidi del vecchio centrosinistra adranita. Mancuso fa il nome solo dell’ex deputato regionale comunista Luigi Gulino ma è fin troppo chiaro il riferimento ai socialisti Leocata, Mangani e Marcellino, al democristiano Diego Di Gloria, al rifondarolo Giovanni Caruso. “Quelli dell’84 – tuona Mancuso dal palco di Palazzo Bianchi – hanno lasciato un disastro. Adesso sono pronti a tornare.”
Ci va giù duro, restando nel contempo sul vago, parlando di incarichi divisi tra loro e di “lasciti” amministrativi che hanno impoverito fino a svuotarle le casse del Comune di Adrano: “Nel 2000, da sindaco, ho trovato venti miliardi di vecchie lire trasformatisi con l’euro in una decina di milioni. Otto milioni di questi li abbiamo dovuti sborsare per pagare gli espropri a 4 famiglie. Colpa di quelli dell’84”.

I quasi 20 anni di gestione amministrativa affidata prima a Mancuso e poi a Ferrante, nel comizio dell’ex sindaco vengono passati in rassegna con la stessa inafferrabile velocità di un “time lapse”.
Sul sindaco uscente, l’arcinemico Ferrante, e sul tanto contestato Patto della Pescheria sottoscritto proprio con lui, Mancuso anziché chiarire ha dato l’impressione di voler gettare altra benzina sul fuoco: “Ferrante? Non lo vedo da dieci anni, da dieci anni non parlo con lui e non ho intenzione di parlargli. Le cose che abbiamo fatto e quelle che abbiamo detto in questi 10 anni rimangono lì, non le toglie nessuno. La dignità per noi è la prima cosa”.
Le “cose” che rimangono sono le denunce alla Procura da lui presentate contro Ferrante: un bel modo di prefigurare uno scenario comune tra gli alleati. A questo punto sembra inevitabile che l’eterno duello al sole tra Mancuso e Ferrante debba concludersi con un comizio d’addio di quest’ultimo prima della sua definiva uscita di scena.
Da Mancuso, ieri, miele in quantità industriale per Nicola Monteleone, il terzo candidato sindaco cha da solo ha ottenuto 5500 voti. Mancuso, dallo stesso Monteleone indicato come suo “acuto maestro” di politica, gli fa una corte spietata: prima invita i suoi a dedicargli un bell’applauso, poi rimarca esagerando che dall’Equipe 84 Monteleone viene schifato e infine assesta la stoccata finale sotto forma di appello: “Nicola questa è casa tua, il Centrodestra è casa tua: devi essere protagonista della città di Adrano”.
Secondo una maliziosa interpretazione, l’indicazione di assessore nella giunta Di Primo del dott. Antonio Politi – nome di grande spessore professionale con un passato nella destra politica – confermerebbe proprio l’appoggio di Monteleone al candidato Di Primo.

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