Elezioni Adrano, il Patto della Pescheria puzza già: chi ha tradito Aldo Di Primo?

Tanti, troppi voti delle liste del suo schieramento sono mancati al candidato sindaco Aldo Di Primo. Un confronto impietoso tra i voti delle 6 liste che appoggiavano Di Primo e i voti ottenuti da quest’ultimo certificano un divario abissale: 10683 contro 7029, oltre 3600 preferenze in meno. Lo stesso Di Primo nell’intervista al Corriere Etneo parla di “voto militarizzato” contro di lui, organizzato cioè in maniera scientifica per evidenziare il trionfo delle liste in suo appoggio – vittoriose al primo turno con il bottino pieno di consiglieri – e il fattuale “stop” impostogli dal voto disgiunto contro di lui.

Anche se c’è ancora tempo per rimediare, al quartier generale del candidato Di Primo la domanda si ripresenta puntuale seppur con mille sfumature: è stata una massiccia e spontanea presa di distanza dal candidato, espressione dell’inciucio che ha preso il nome di Patto della Pescheria, oppure qualcuno tra gli alleati ha messo in atto volontariamente una bocciatura verso Di Primo chiedendo ai propri elettori di dividere il grano dal loglio?

La prova inoppugnabile, la “pistola fumante” che confermerebbe la seconda ipotesi l’hanno offerta i rappresentanti di lista che hanno presenziato allo spoglio delle schede. I testimoni “auricolari”, disseminati nelle 37 sezioni di Adrano, hanno “registrato” con le proprie orecchie l’anomala conta: Tizio consigliere, D’Agate sindaco; Caio consigliere, Monteleone sindaco; Sempronio consigliere, D’Agate sindaco e così proseguendo. Tizio, Caio e Sempronio sono alcuni dei candidati supervotati delle 6 liste di Di Primo.

Tra i big politici che hanno lavorato alla “Grosse Koalition” adranita circolano anche i nomi dei “traditori”, la considerazione nei loro confronti è un tutt’uno con la rabbiosa convinzione che quei voti dirottati altrove avrebbero fatto vincere al primo turno Di Primo se solo fossero stati a lui indirizzati. Domenica 24 giugno, giorno del ballottaggio, è alle porte e non è tempo, ovviamente, di processi sommari.

Per quanto appare impresa assai ardua ribaltare una predisposizione d’animo – naturale o indotta – da parte dell’elettorato che in prima battuta ha penalizzato fortemente Di Primo, esaltando invece il suo rivale D’Agate e l’escluso Monteleone.    

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