Con cinque i capoluoghi di provincia alle urne (Catania, Messina, Trapani, Siracusa e Ragusa), le comunali in Sicilia sono un test elettorale significativo dove gli alleati di governo M5s e Lega si affrontano per contendersi la guida delle principali citta’. Tra i 137 Comuni chiamati al voto, il 35 per cento del totale per 1.700.000 elettori, ci sono anche grossi centri come Acireale, Taormina, Piazza Armerina, Partinico, Comiso e Modica. Il turno di ballottaggio e’ previsto per il 24 giugno. Rinviate le elezioni di San Biagio Platani per la mancata presentazione di liste di candidati: nel Comune dell’Agrigentino e’ in corso da aprile un accesso ispettivo antimafia dopo l’arresto a gennaio del sindaco nell’operazione “Montagna”, e nessuno ha voluto candidarsi per timore di un possibile scioglimento che travolgerebbe la nuova amministrazione. Revocate le elezioni a Bompensiere, Camastra e Trecastagni, quest’ultimo recentemente sciolto per infiltrazioni mafiose. Nei Comuni sotto i 15 mila abitanti si applica il maggioritario con turno secco: non e’ previsto, quindi, il ballottaggio. Nei diciannove Comuni con popolazione superiore a quella soglia, si applica il sistema proporzionale con premio di maggioranza. Gioca una partita a se’ il Movimento 5 stelle che alle politiche del 4 marzo in Sicilia ha fatto cappotto. Il centrodestra corre unito a Catania e Messina: qui Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e la lista #Diventera’Bellissima del governatore Nello Musumeci vanno insieme. Non cosi’ a Trapani, Siracusa e Ragusa, dove i salviniani vanno da soli. Spinte centrifgughe anche nel centrosinistra. Palesi a Siracusa e Ragusa, dove la coalizione e’ disintegrata, contrariamente a quanto accade a Catania, Messina e Trapani. Due i sindaci che ci riprovano: l’inossidabile Enzo Bianco, in corsa per la quinta volta a Catania, e il pacifista pro-Tibet Renato Accorinti a Messina.