L’articolo di ieri sul prossimo comizio dell’ex sindaco di Adrano Mancuso ha suscitato vivo dibattito. Il prof. Salvo Italia, storico portavoce di Mancuso, ha inviato al Corriere Etneo questa nota che pubblichiamo.
Viste le reazioni scomposte, sguaiate e grossolane di chi grida all’indignazione e allo scandalo, a seguito della coalizione che Aldo Di Primo è riuscito a costruire sulla sua candidatura, vuol dire che tale operazione politica e amministrativa qualcosa di buono detiene e fa ben sperare.
I “venticinque lettori “ del Manzoni nulla hanno da invidiare al manipolo di attenti osservatori che hanno gridato allo scandalo e all’indignazione dopo che si è ricostituita un’alleanza politica. Formata da diverse componenti politiche, e che al suo interno annovera anche gruppi che fanno riferimento a Fabio Mancuso, Giovanni Bulla e Pippo Ferrante.
Tanta indignazione, addirittura, ha causato che candidature di sindaci annunciate da mesi, alcune, da settimane, altre, si siano volatilizzate e siano scomparse, nel giro di poche ore, all’annuncio di tale coalizione. Che spettacolo: alleanze di liste civiche annunciate in pompa magna si dissolvono. Liste di candidati sbandierate ai quattro venti passano istantaneamente dallo stato solido a quello gassoso. Non si poteva mai immaginare che l’indignazione producesse questi effetti.
Scandalizzarsi di ciò che si ricompone in questa competizione elettorale non prevede anche interrogarsi, quanto meno, per quello che ad Adrano storicamente per la prima volta è accaduto?
Dopo 97 anni ad Adrano sparisce il simbolo del Partito democratico, erede del Partito comunista e PDS. Su questa vicenda dal carattere antropologico, culturale e storico, non si è aperto nessun dibattito, approfondimento. Nessun intervento. Silenzio totale. Ma la storia di quel partito merita rispetto e per certi versi riconoscenza da parte della città per le lotte che esso ha condotto e le figure che lo hanno rappresentato.
Nessuno chiede. Neanche acuti giornalisti, ch’eppure vanta questa città, si sono domandati sul perché non si sia formata, per la prima volta, una coalizione di sinistra o centro-sinistra, ufficialmente rappresentata?
Addirittura tre forze civiche, con un comunicato congiunto, annunciano e sbandierano un’alleanza granitica e poi non ci hanno spiegato del perché quell’alleanza si sia dissolta. Quante cose vanno chiarite e nessuno dà alla città un briciolo di spiegazione. Gli indignati si scandalizzano per un’alleanza annunciata, sottoscritta, individuabile alla luce del sole e apertamente dichiarata. Adesso si tira, persino, in ballo il comizio di Fabio Mancuso di 10 anni fa. (Sic! fin dove arriva l’indignazione). Aveva ragione Nerone “panem et circenses”. Solamente che gli spettatori guardano divertiti e i gladiatori lottano per la loro sopravvivenza.
E’ vero per 10 anni c’è stata una profonda e lacerante spaccatura politica e umana. Dolorosissima. Essersi interrogati sul merito e riflettuto sugli effetti e conseguenze non crea imbarazzo anzi rende umili e pragmatici. E, in politica, ciò non guasta. Come il bene di questa città e gli strumenti politici e le risorse umane che occorrono per realizzarlo.
Deve far riflettere una espressione di Martin Heidegger che Diego Fusaro ama spesso ripetere “Non conosciamo alcuna meta, siamo solo un cammino”.
P. S. Vista l’indignazione di alcuni, saremo tutti presenti al comizio di Fabio Mancuso, Giovanni Bulla e Aldo Di Primo, al loro fianco. Aldo lo merita.