Aperti a Catania, dal questore Alberto Francini, i lavori del meeting organizzato dall’Interpol sulla tratta degli esseri umani, su “Interpol Specialized Training on Trafficking in Human Beings and the Smuggling of Migrants with the Africa – Frontex Intelligence Community”. Un seminario finalizzato alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della tratta di esseri umani, nato all’interno del progetto “Flyway”, finanziato dal governo norvegese. Vi partecipano rappresentanti Interpol provenienti da Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Mauritania, Mali Ciad, Niger Sudan, Francia, Spagna Germania e Svizzera. Francini ha introdotto l’argomento descrivendo, anzitutto, la centralità della Sicilia nel quadro dello sviluppo della civiltà moderna, una centralità che ha visto protagonista la regione del Mediterraneo come porta dell’Europa. Proprio quest’ultima caratteristica ha reso gli approdi in terra siciliana obiettivo dei grandi movimenti migratori, provenienti dal continente africano.
Il focus dell’esposizione si è poi spostato su Catania, sulle strategie di contrasto al fenomeno del traffico di esseri umani che, grazie anche allo stretto contatto con l’autorità giudiziaria, con le agenzie governative sul territorio e con quelle internazionali, vede impegnate Digos e Squadra mobile, in perfetta sinergia con le squadre operative dell’Ufficio immigrazione della Divisione di Polizia amministrativa e sociale della questura. “Un coordinamento collaudato ed efficace”, ha continuato il questore, che ha pure illustrato i particolari tecnici dell’attività investigativa che è alla base dei numerosi successi riportati dagli uomini della Questura etnea nel contrasto di quest’odioso fenomeno. I lavori, a Catania, continueranno fino a venerdì.