Come lo sguardo di Marty Feldman: un occhio da una parte e l’altro dalla parte opposta. Questa sorta di strabismo sul piano elettorale si chiama voto disgiunto. Metti una croce sul candidato al consiglio comunale e scegli un candidato sindaco diverso da quello al quale l’aspirante consigliere è collegato. Per tentare di scongiurare la vittoria al primo turno della corazzata che appoggia il candidato sindaco Aldo Di Primo, gli altri due competitor Angelo D’Agate e Nicola Monteleone puntano gran parte delle proprie speranze sul voto disgiunto. Operazione più complicata, va detto, del voto secco (o doppio, nel caso della quota rosa) dove grazie all’effetto trascinamento il voto al candidato consigliere si trasferisce in automatico al candidato sindaco a lui collegato.
I due contendenti dell’architetto forzista puntano, ovviamente, a non far superare il 40% ad Aldo Di Primo, soglia che gli permetterebbe la vittoria al primo turno e il bottino pieno di consiglieri.
Se Di Primo non vince al primo round, è il mantra di questi giorni, è impossibile possa poi farcela al ballottaggio. Di qui la strategia spicciola di sbarrargli il passo disseminando sul terreno quanti più ostacoli possibile.
Sul piano politico, a dire il vero, nessuno si è preso la briga di spiegare ufficialmente l’Inciucione Mancuso-Ferrante-Bulla-Firrarello-Sammartino. Il silenzio imbarazzato dei leader politici cui si deve l’alzata d’ingegno, per migliaia di cittadini adraniti è la conferma che si tratta di una “banale” operazione di potere. Per dirne una: durante la fase preparatoria di liste e candidati, l’on. Sammartino aveva dato ordine ai suoi di stringere alleanze con tutti fuorché con l’ex deputato Mancuso. Non si capisce, del resto, cosa ci fa un esponente dem dentro un’area di centrodestra a trazione leghista.
Mancuso, fino ad oggi, non ha dato conto della “strambata” elettorale che lo ha portato ad allearsi con il suo arcinemico Ferrante, da lui “inguaiato” dal punto di vista giudiziario grazie ad un esposto nel quale si denuncia “un medesimo disegno criminoso” di sindaco, giunta e organi amministrativi in relazione alla mancata iscrizione in bilancio delle somme dovute per contratto alla società Enel Sole.
Nell’esposto, che è costato l’iscrizione nel registro degli indagati
del primo cittadino adranita, in premessa si fa riferimento
anche alla mancata deliberazione da parte del consiglio comunale (a maggioranza ferrantiana) sulle demolizioni di circa 58 unità abitative costruite abusivamente, nonostante i solleciti da parte della Procura della Repubblica.
Le bordate, è evidente, stanno producendo effetti sul piano giudiziario che nessun “Patto della Pescheria” potrà cancellare.
Sul piano politico per ciò che riguarda le alleanze anomale adottate, invece, i cittadini adraniti esigono risposte chiare in assenza delle quali si sentiranno autorizzati ad imitare lo sguardo di Marty Feldman: un occhio da una parte, uno dall’altra.
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