“Desideriamo sottolineare che la Giunta e il Consiglio comunale hanno sempre operato con rigore morale e trasparenza. Nessun componente degli organi elettivi è coinvolto nella cosiddetta inchiesta giudiziaria ‘Gorgoni’. Abbiamo svolto un servizio alla città senza mai pensare al potere personale o a quello economico. Il nostro impegno è stato finalizzato esclusivamente a compiere il bene nella verità e nella giustizia”. Lo dice il sindaco di Trecastagni Giovanni Barbagallo dopo la decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere il consiglio comunale. “Abbiamo eliminato gli sprechi e le clientele e non c’è mai stata nessuna distrazione nei confronti della cultura della legalità. Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura, del prefetto, del ministro dell’Interno e di tutte le forze dell’ordine, ma valuteremo – conclude – l’opportunità di fare ricorso per salvaguardare l’immagine e il buon nome della nostra città”.
Nel comune di Trecastagni lo scorso mese di novembre è scattata un’operazione antimafia ordinato dalla procura distrettuale etnea guidata dal procuratore Carmelo Zuccaro, culminata con l’arresto di due dipendenti comunali: Domenico Sgarlato, capo settore Lavori Pubblici e Manutenzione e Gabriele Astuto, funzionario dello stesso reparto nell’ambito di un’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti. I due vennero accusati di avere più volte favorito per l’aggiudicazione del servizio di raccolta dei rifiuti comunale la E.F. Servizi Ecologici Srl, una ditta di Vincenzo Guglielmino, definito dagli inquirenti un uomo di contatto tra i clan Cappello e Laudani.