Assegnate a dieci giovani laureati col massimo dei voti in Giurisprudenza le borse di studio promosse dalla Fondazione Giovanni Falcone e finanziate dall’Assemblea regionale siciliana con l’obiettivo di sviluppare l’attività di ricerca e studio su temi legati alla criminalità con particolare riferimento alle mafie. L’evento si è svolto ieri pomeriggio nella sala Piersanti Mattarella di Palazzo dei Normanni. Il presidente della Fondazione Falcone, Maria Falcone, e il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, hanno aperto la cerimonia di consegna delle borse di studio con i componenti della Commissione di valutazione. Ai dieci vincitori un contributo di settemila euro. Le borse di studio sono state assegnate ad Alessia Trapani, Samuele Leandro La Bua, Giorgio Citrano, Francesca Incandela, Silvia Zarcone, Guglielmo Aguglia, Giulia Zappala’, Aida Marianna Alessio, Chiara Fallica e Vincenzo Giacona. Nei prossimi mesi i dieci vincitori svilupperanno i loro progetti di studio e ricerca.
I temi premiati impegneranno i vincitori in un lavoro di studio che si concluderà alla fine del 2018 con la presentazione dei risultati. Gli argomenti approfonditi hanno come tratto comune le infiltrazioni della criminalità organizzata e della corruzione nel mondo legale e nella società. I vincitori scandaglieranno le potenzialità della confisca dei patrimoni nei reati contro la pubblica amministrazione, la prevenzione della corruzione nel sistema degli appalti, l’inquinamento mafioso delle imprese. E ancora le infiltrazioni del fenomeno mafioso nel mondo dello sport e in particolare nel calcio: dalla gestione delle scommesse al possesso delle società, soprattutto nelle categorie minori, utilizzate per il riciclaggio di danaro sporco e come “macchine di consenso”. E poi “Chiesa, mafia e falsa fede: dal negazionismo all’antievangelicità. ruoli, responsabilità e nuove sfide per Stato e Chiesa nella lotta alla criminalita’ organizzata”. Il progetto analizzerà le possibili forme di collaborazione tra Stato e Chiesa.
Spiega Maria Falcone: “Da ventiquattro anni la Fondazione Falcone assegna, grazie al contributo della Regione prima e da qualche anno dell’Assemblea regionale siciliana dieci borse di studio ad altrettanti dieci giovani laureati in giurisprudenza con il massimo dei voti. L’idea di Giovanni era quella che la mafia si combatte non solo con la repressione ma grazie all’educazione dei giovani; perché il fenomeno mafioso è un fatto culturale e per combatterla è necessario che i giovani crescano con una cultura della legalità. Negli anni mi è capitato, successivamente, di incontrare i ragazzi che hanno vinto le prime borse di studio; come quello che incontrai all’Ambasciata americana a Washington o quelli che sono, poi, diventati magistrati o professori universitari. Tutti, però, mi hanno detto che la borsa di studio inserita nel loro curriculum ha, sempre, rappresentato per loro una bella medaglia”. “L’allontanamento dei figli d’onore dal nucleo familiare e il ruolo delle donne” è un altro tema oggetto di studio: il progetto di ricerca si pone come obiettivo quello di trovare, nell’ambito dell’ordinamento nazionale, gli strumenti giudiziari più idonei a tutelare il minore inserito in un contesto di criminalità organizzata anche familiare. Il lavoro analizzerà come i diversi uffici giudiziari, da Reggio Calabria, che ha una casistica ampia, a Palermo affrontano il problema. Colpito positivamente Miccichè che ha voluto sottolineare come “oggi premiare il merito e l’impegno dei giovani sia fondamentale per combattere la mediocrità. Mancano sempre più i modelli e gli esempi virtuosi: e non sto pensando solo ad una responsabilità politica, pur tenendola in debito conto, ma guardo a tutta la società”.
“Proporrò all’Ufficio di presidenza dell’Ars di aumentare da 10 a 15 il numero delle borse di studio – ha detto il presidente dell’Ars Miccichè – Una scelta maturata dopo avere sentito dalla professoressa Maria Falcone che sarebbero stati molto più numerosi i progetti di approfondimento che già quest’anno avrebbero meritato il riconoscimento”.