Scoperta dalla Guardia di finanza di Catania una evasione di 2,8 milioni di euro da parte di quattro associazioni sportive dilettantistiche. In particolare, le Fiamme gialle della Tenenza di Acireale, nell’ambito di controlli alle strutture sportive di Pedara, Viagrande e Aci Castello, hanno constatato che, dietro la veste formale di associazione dilettantistica (quindi senza alcun guadagno dichiarato al fisco) si celavano invece vere e proprie imprese commerciali che offrivano agli sportivi corsi di ogni tipo (soprattutto pallavolo, calcio, nuoto o fitness). I militari, attraverso l’esame della documentazione contabile, hanno disvelato la reale natura commerciale delle associazioni, le quali, anche se formalmente prive di scopo di lucro, realizzavano invece importanti profitti distribuiti, poi, agli amministratori e ai componenti del consiglio direttivo.
Tutti i frequentatori dei circoli sportivi, senza averne mai fatto domanda, figuravano inconsapevolmente come “soci” dell’associazione sportiva. In forza di tale falsa attestazione, le quote da loro versate, annuali o mensili, venivano fiscalmente considerate quali “contributi” e, pertanto, illegalmente non tassati. Inoltre, le palestre controllate ottenevano importanti guadagni dalle sponsorizzazioni rese a favore di diverse imprese del catanese, che versavano nelle casse degli enti somme consistenti soprattutto per l’affissione di striscioni pubblicitari all’interno delle strutture e per l’utilizzo, da parte degli “atleti”, di capi di abbigliamento (magliette, pantaloncini) recanti i loro loghi. Sulla base di tali elementi le Fiamme Gialle hanno ricostruito tutti i vantaggi fiscali di cui le associazioni avevano indebitamente beneficiato dal 2012: i relativi volumi d’affari, pari, complessivamente, a oltre 2 milioni e 800 mila euro, sono stati pertanto sottoposti alla tassazione ordinaria prevista dalla legge per le imprese commerciali. Per le violazioni riscontrate, gli amministratori delle palestre sono stati segnalati all’Agenzia delle entrate per il recupero di oltre 900 mila euro di imposte non dichiarate al fisco (tra dirette e Iva) nonché per l’applicazione delle relative sanzioni tributarie.