Biancavilla, SS. Salvatore: la chiesa che c’è già e quella che verrà

Spartiviale avrà la sua chiesa: la comunità del popolare quartiere a sud di Biancavilla finalmente, dopo anni di sacrifici e attese, porrà  il 28 aprile prossimo la prima pietra di un nuovo edificio di culto (e non solo) che valorizzerà l’ intero territorio del disagiato centro in provincia di Catania. Ideatori del progetto uno staff di professionisti diretti dall’ing. Maurizio Erbicella: i 300 metri quadri della nuova chiesa potranno ospitare oltre 400 fedeli, attualmente stipati in un piccolo e pericolante saloncino ricavato nella vecchia struttura che sarà interamente ristrutturata e messa in sicurezza.
La parrocchia “ SS. Salvatore” ha una storia recente: nata negli anni settanta per iniziativa del decano dei sacerdoti catanesi, padre Placido Brancato, che ne ha donato anche il terreno, annovera tra i suoi parroci padre Salvatore Castellano, padre Alfio Sarvà e infine padre Salvatore Verzi’, che da diciassette anni guida la comunità biancavillese; l’attuale ed eclettico parroco ha saputo dare vita ad una nuova realtà parrocchiale ricca e fiorente: due gruppi famiglie presenti sin dall’insediamento di padre Verzi’, sei comunità neocatecumenali frequentate da oltre 150 “fratelli”, lo storico gruppo dell’Azione Cattolica, il neonato gruppo scout “Biancavilla 1”, prima realtà biancavillese dell’ associazione internazionale fondata dal britannico Baden Powell.  La chiesa del “SS. Salvatore” è anche la parrocchia del Grest piuù numeroso della diocesi con circa 650 partecipanti: ed è  nell’estate del Grest che tutta la comunità parrocchiale si compatta attorno al proprio pastore per prendersi cura dei tantissimi bambini del paese che, altrimenti, sarebbero solo destinati alla strada.
 
La nuova chiesa, dunque, arriva come una vera e propria “manna” che darà respiro ai tanti progetti in corso e da realizzare, che fanno di “San Salvatore” (così la chiamano i biancavillesi) una parrocchia dalla specifica vocazione di chiesa ospitale e aperta a tutti; la nascente struttura, secondo quanto riportato dall’ing. Erbicella nella relazione introduttiva del progetto, “non vuole cancellare l’identità dell’attuale edificio, ma anzi ne intende rafforzare le ragioni e la forza, infatti, l’attuale anonimo fabbricato rappresenta memoria viva di come la Chiesa abbia contribuito in modo attivo ai cambiamenti sociali e culturali del quartiere e, pertanto, rappresenta le radici di coraggio e semplicità su cui si fonderà la nuova chiesa, nel segno della solidarietà e dell’accoglienza che caratterizzano la vita di questa parrocchia”.

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