Bimbo morto per morbillo a Catania, il medico: “Infezione contratta da non vaccinato. Serva da monito”

CATANIA. “Il tragico evento occorso al piccolo paziente, che non era nell’età da poter essere vaccinato e quindi ha contratto l’infezione da chi vaccinato non era, deve essere di monito affinché tutti capiscano che vaccinandosi, si protegge non solo se stessi ma tutta la comunità”. Lo afferma il primario del reparto di Rianimazione dell’ospedale Garibaldi-Centro di Catania, Sergio Pintaudi, dopo la morte del bimbo di 10 mesi, il quarto decesso da settembre. Il piccolo è deceduto alle 10.15: già sofferente per un difetto interatriale, era stato ricoverato dal 3 al 16 marzo presso la Pediatria del presidio di Nesima per una broncopolmonite e bronchiolite in presenza di un virus respiratorio sinciziale. Da qui era stato dimesso perché in miglioramento ed era stato programmato un controllo a distanza di 10 giorni. Successivamente, era stato ricoverato il 27 marzo, presso il reparto di Pediatria dell’ospedale di Acireale, avendo contratto il morbillo. Nel pomeriggio di mercoledì 4 aprile le condizioni respiratorie e cardiocircolatorie si erano aggravate tanto da richiedere la necessita’ di un trasferimento presso la Rianimazione del Garibaldi-Centro, dove è morto.

“A CATANIA EPIDEMIA IN ATTO”
Solo pochi giorni fa l’Azienda ospedaliera di Catania aveva lanciato l’allarme: la copertura vaccinale è significativamente cresciuta, ma non abbastanza. “Così a Catania si assiste a una epidemia in atto” per Mario Cuccia, responsabile del servizio epidemiologico che ha trattato il caso di Maria Concetta Messina, la venticinquenne morta il 26 marzo. La giovane aveva problemi ipertiroidei e di obesità. Prima del ricovero era affetta da polmonite che sommato al morbillo ha provocato la morte. Sono circa 420 i casi di morbillo dal maggio 2017, un dato, avverte, da moltiplicare per sei perché devono essere considerati quelli curati a casa dai medici di famiglia. Quattro i morti: un 42enne a settembre 2017, una 27enne a gennaio, la giovane mamma il 26 marzo e ora il bimbo di 10 mesi. In provincia le vaccinazioni tra i bimbi sono all’85%, dieci punti sotto rispetto alla ‘quota di sicurezza’ per essere certi di tenere sotto controllo la malattia. La maggior parte dei casi trattati nelle strutture sanitarie etnee riguardano pazienti non vaccinati, tranne sei o sette casi sottoposti a una sola dose di vaccino. E non è una patologia dell’infanzia. L’imperativo, quindi, resta quello di sempre: vaccinarsi. E questo vale per i bambini e per i giovani adulti. Nell’85 per cento dei casi la malattia ha riguardato persone che hanno un’età media di 22 anni ed è stata caratterizzata da una virulenza meno esplosiva, ma che ha coinvolto persone di età più avanzata di quella pediatrica. Cuccia ha già riunito gli esperti del Policlinico di Catania ai quali è stato suggerito una campagna di informazione per le gestanti o per coloro che intendono procreare e che non sono state vaccinate. Almeno dieci le donne ricoverate per morbillo, un bimbo è nato morto e ci sono stati diversi aborti causati dalla malattia.

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