Sindaco democristiano nel 1991, area Nicolosi – sembra un secolo fa – , Angelo D’Agate, 60 anni bancario, ci riprova e tenta la corsa a primo cittadino con la lista Città Nostra.
Per il Partito Popolare si era candidato a sindaco di Adrano già due volte: nel ’97 e nel 2000. Ieri ha ufficializzato la decisione “nella consapevolezza della grave e drammatica situazione in cui si trova la comunità di Adrano”. Corre da solo, però, non avendo ancora stretto alcun accordo con altri partiti o movimenti.
Il Corriere Etneo lo ha intervistato.
D’Agate, come mai ti sei deciso a rompere gli indugi e candidarti?
Interpreto la legge così com’è e non sempre ci si può mettere d’accordo da subito. Ma noi non disperiamo, c’è ancora un mese e mezzo per la presentazione delle liste. Nel frattempo vogliamo partecipare alla città la nostra proposta.
Questo significa che nel gioco di tatticismi è possibile che tu possa fare un passo indietro?
Al momento non si pone il problema del passo indietro. Dovrei valutarlo insieme al gruppo.
Come mai la politica ad Adrano soffre di “mal di coalizione” e non riesce a mettere assieme partiti e movimenti?
Noi viviamo un momento di estrema crisi dei partiti tradizionali e di crisi di un sistema di valori. Trovare, quindi, dei punti fermi è difficile. La difficoltà è oggettiva: come fai a fidarti di un altro e l’altro a fidarsi di te? Il collante che c’è stato fino ad ora lo si è trovato in qualche partito o in qualche deputato più influente. Questo adesso non c’è più e tutto viene demandato alla buona volontà di gruppi e gruppetti. Capisco gli altri che stentano a dire sì alla nostra candidatura. Può darsi che in questo mese, stringendo i tempi, il modo di trattare le questioni possa cambiare.
Ma perché non trovate un terreno comune in questa prima fase, visto che poi inevitabilmente in una seconda fase la coalizione sarà imposta dai numeri?
Noi lanciamo una proposta aperta a tutta la città, poi è vero che ciascuno di noi ha la sua storia e certi limiti si pongono. Noi, per esempio, non abbiamo avuto incontri con la destra. In questo mese che ci resta si potrebbe fare un lavoro di ricucitura. Noi lo faremo come seconda attività, la prima è quella che riguarda la città.
Hai già dei nomi della tua “squadra”?
No, ci prospetteremo insieme come squadra. Io sarò il sindaco al plurale. E’ stato abolito il singolare, parlerò al plurale, di noi. Se non succederà niente di imprevedibile la squadra sarà nominata molto tempo prima della chiusura dei termini della presentazione.
Del sindaco e dell’amministrazione uscenti che giudizio ne dai? Se qualcuno di loro dovesse dire sì alla tua candidatura lo accetteresti?
Tutti i contributi sono benvenuti. Il mio giudizio non è nemmeno negativo. Non ne farò un’arma di campagna elettorale, dire che quelli di prima sono sempre peggiori e quelli dopo i migliori. Farò notare che si poteva essere più incisivi, questo sicuramente. Ma non c’è preclusione di sorta.
Non comprendo il tuo giudizio neutrale sulle passate amministrazioni. In una nota, giusto ieri, parlavi di Adrano che vive una situazione drammatica Ma questo stato di cose non l’hanno creato gli alieni, la responsabilità è di chi ha mal governato nel recente passato.
E’ chiaro che le cose sono andate a peggiorare e secondo me si potevano fronteggiare anche prima. Il difetto della politica sta nel non avere saputo controllare i risultati della gestione.
Hai messo in conto di essere considerato un vecchio della politica?
Questo ci può anche stare, ho 60 anni e non la prenderò a male. Nel lavoro non sono vicino alla pensione, ma quasi. In politica, però, ciò che conta sono le idee, io vedo tanti giovani validissimi e intelligenti ma anche tanti giovani che guardano alla politica del passato.
Temi l’ondata grillina alle amministrative, visto che per la prima volta ad Adrano il M5S avrà un candidato sindaco?
Secondo me non sarà come le altre volte. Magari non sarà come le regionali, ma la forza di trascinamento delle altre liste sarà più debole e che quindi un partito come i 5 Stelle potrà raccogliere un buon risultato. Non so quantificare, ma non saranno di sicuro i 500 o i mille voti delle passate elezioni.
Come candidato sindaco a chi ti rivolgi?
A coloro che lavorano o studiano e vivono ad Adrano e hanno la voglia di restare in questa città. Ci rivolgiamo a chi è scoraggiato e a chi crede non sia possibile più fare niente. Partiremo da quelli che si trovano più a disagio ad Adrano. Ci rivolgeremo prima di tutto a loro.
Quali sono le emergenze che vive la comunità e quindi l’amministrazione?
La prima è la situazione dei conti, il predissesto finanziario. Abbiamo un piano di ristrutturazione del debito ventennale di 42 milioni di euro. Questo impedisce un libero agire. In pratica si può fare ben poca cosa. Dobbiamo realizzare una maggior riduzione di spesa. Ci vuole una capacità di progettare e attingere ad altre fonti per potere realizzare questi progetti. Il Comune è talmente povero che il suo destino è quello di diventare sempre più povero.
La seconda criticità è che non abbiamo gli strumenti urbanistici adeguati. Ultimamente la Regione ha detto che dopo 26 anni dall’iter del Piano regolatore di questo Prg non se ne può fare più niente. Senza il Piano regolatore che prevede una serie di opere e senza i soldi per realizzare quelle opere è veramente difficile. Noi abbiamo un’idea per innescare un meccanismo virtuoso.
Dici di essere un candidato di sinistra, come mai il Partito Democratico ad Adrano non ha trovato in te il giusto rappresentante?
Non mi risulta che il partito democratico stia mettendo su una lista. Non mi risulta nemmeno ci sia un dibattito nel partito democratico su un candidato a sindaco o su una strategia per la prossima amministrazione. L’ultima volta che c’è stato il tesseramento nel Pd volevo tesserarmi ma non ho potuto farlo perché hanno chiuso in due ore. Non seguo le vicende del partito.